Ci ha lasciati poco prima dell'alba, don Franco Lupo, sacerdote e poeta leccese, alla veneranda età di 94 anni.
Tutto il Salento lo ricorda per le sue virtù e la sua umiltà, generosità e grande fede, oltre al suo grande talento nella stesura di poesie in vernacolo, nelle quali ha raccontato aneddoti, vizi e peculiarità della sua "Gente bbona". Famosa e conosciuta da intere generazioni, che l'hanno addirittura imparata a scuola, la sua poesia sulle "pittule", elemento importantissimo della gastronomia pugliese, rendendo magico, con le sue parole, il rito della consumazione delle pittule soprattutto nel tempo natalizio, che lui ha sempre ricordato con grande nostalgia, sottolineando la bellezza della famiglia e della 'casa', come luogo e nido d'amore per eccellenza. "Le pittule cce ssuntu, me sai tire? Nnu picca de farina a mienzu ll’egghiu. Ma lu Natale nu se po sentere se mancanu le pittule, lu mègghiu. Le pittule la sira te Natale le frice mama e jeu me le rreggettu! Su' belle, caute e nnu me fannu male, puru se quacchetuna bruscia am piettu", così comincia la poesia, diventato presto un capolavoro della letteratura e della poesia salentina.
I funerali avranno luogo domani pomeriggio, alle ore 15.30, nella Chiesa “San Domenico Savio” (Salesiani) a Lecce.