Veronica Notaro

Veronica Notaro

Giornalista Pubblicista, Blogger e…sognatrice

Laureata in Lettere Moderne, autrice della raccolta poetica M’ama non mama e del romanzo breve Sogni Pizzicati

Lecce. Nella splendida cornice del Convitto Palmieri (in Piazzetta Carducci) sede della Biblioteca Bernardini, il Festival Letterario LecceinGiallo aprirà le porte al pubblico con il suo primo attesissimo evento.

Lecce.  L'ora del corvo” di Gabriele Pedone è un’idea per un film documentario, ideato e pensato a conclusione di un intenso percorso caratterizzato da studio e ricerca su un fenomeno di particolare interesse antropologico: s’Accabadora.

Simona Giorgino, salentina, classe '86, è laureata in Traduzione e Interpretariato e insegna Inglese nella scuola secondaria. Da sempre legata ai libri, dopo una breve pausa torna a scrivere, per regalare presto ai lettori nuove storie ricche di emozioni. Intanto, rispondendo alle nostre domande, ci fa conoscere meglio il suo ultimo romanzo. 

Sei dove batte il cuore è il tuo primo romanzo pubblicato dalla Newton Compton. In precedenza è toccato a Jeans e cioccolato, nel 2012, seguito poi da Quel ridicolo pensiero. Come è cambiata la tua scrittura col tempo e quanto sei cambiata tu?

Il cambiamento è un processo obbligatorio, a mio avviso. Troverei strano se qualcuno riuscisse a rimanere sempre uguale nonostante il passare del tempo e degli anni. E se questo è valido per la persona – che nel corso del tempo affronta problemi e vicissitudini varie, fa nuovi incontri, cresce, studia, viaggia, matura, si evolve – è valido anche per la scrittura, soprattutto perché la scrittura è l’intimo riflesso di ciò che sta dentro alla persona, quindi se matura la persona non può che maturare e cambiare anche la sua scrittura. Ciò, almeno, è quanto è capitato e capita a me. Rispetto ai primi romanzi, risalenti al lontano 2012, per quanto mi riguarda Sei dove batte il cuore fa già parte di una nuova epoca, ma anche lo stesso Sei dove batte il cuore, scritto e pubblicato ormai più di un anno fa, è già un po’ più lontano da quanto ho prodotto successivamente. Il tempo, la lettura, gli eventi della vita permettono allo scrittore di maturare, di perfezionarsi, di sposare uno stile e delle tematiche che, alla fine dei conti, siano quanto più vicini a ciò che si è dentro. E io sento di non aver ancora smesso di crescere: la strada è lunga, sono pronta ad accogliere qualsiasi tipo di cambiamento, che poi, in un modo o nell’altro, si rifletterà anche in ciò che scrivo.

 

In Sei dove batte il cuore Tessa, la protagonista, è originaria di Lecce ma vive a Milano per lavoro. Credi che anche questo "dettaglio" abbia permesso a tante lettrici (e ai lettori) di immedesimarsi e farsi prendere così tanto dalla storia narrata? 

Può darsi. Non è poco frequente doversi trasferire, purtroppo, per ragioni lavorative. Il precariato e la mobilità dei lavoratori sono una piaga comune del nostro Paese. Ma quello lavorativo non è l’unico precariato di cui si parla nel libro. Il romanzo racconta anche la “precarietà sentimentale” di una protagonista confusa, insicura che, secondo me, ha permesso a tante lettrici (e probabilmente anche ai lettori) di immedesimarsi nella storia.

Nella quotidianità di Tessa spuntano due uomini: Brando e Leo, così diversi... la ragazza sarà affascinata e attratta da entrambi, seppur per ragioni diverse. Cosa la porterà a capire realmente ciò che vuole e cosa, in generale, ci aiuta davvero a imboccare la strada che fa per noi?​ 

Tessa è un’insicura cronica, che purtroppo tende, per qualche motivo a lei stessa inizialmente sconosciuto, a non ascoltare i suoi veri sentimenti. Ha paura di soffrire, ha paura del futuro, ha paura di essere giudicata, ha paura di fare la scelta sbagliata. Capirà ciò che vuole realmente nella maniera più semplice che si possa immaginare, senza congetture, senza troppi sforzi, semplicemente dando ascolto al cuore, liberandosi delle catene della paura, agendo secondo la sua volontà e non secondo quella degli altri. Anche l’Arte avrà un ruolo importante, la Pittura nello specifico, che nel romanzo diventa una sorta di leitmotiv. La storia, infatti, si snoda attraverso le scene di alcuni dipinti contemporanei, nei quali i personaggi principali si sentiranno particolarmente coinvolti. Grazie a Rain’s rustle, per esempio, un dipinto di Leonid Afremov, che le suscita da sempre un sentimento profondo, Tessa imparerà a dare ascolto alle sue emozioni, a immaginarsi nel quadro insieme alla persona che più di tutte vorrebbe al suo fianco... Tutti vorremmo essere in quel dipinto con la persona che più abbiamo a cuore: provare per credere!

Leo ha un passato molto difficile alle spalle... in qualche modo riesce a ricominciare. Un bell'esempio di coraggio, forza, speranza e determinazione, nonostante gli errori del passato e le difficoltà di tutti i giorni. Nel giovane la rinascita e, soprattutto, le ragioni per rinascere vengono da dove?

Le ragioni e la forza per rinascere in Leo vengono dalla consapevolezza che le scelte della sua vita non hanno fatto altro che allontanarlo dagli affetti più cari. Prende coscienza, si guarda intorno e vede un deserto, una desolazione che lui stesso si è costruito con le sue mani, nel tempo. Lo abbandonano persino la famiglia e i parenti. È caduto, ha toccato il fondo, ha commesso degli errori imperdonabili, ma ha voglia di ricominciare e di ricucire gli strappi. Si rialza, ci prova, prende l’iniziativa, tenta di costruirsi una nuova via, un nuovo futuro, si affida a degli esperti e, poi, quando pensa che ormai non ci sia più nulla da fare, incontra Tessa, che si dedica completamente a lui e con la forza del suo affetto riesce a dargli una speranza per rinascere.

Quanto c'è di autobiografico in questo romanzo?

La storia è completamente frutto della mia fantasia, ma sono convinta che quando lo scrittore scrive ci metta sempre un pizzico di sé. E io sono sparsa un po’ ovunque in questo romanzo: c’è di mio che sono stata a Milano per lavoro, per un paio d’anni, e naturalmente l’idea di ambientare la storia nel capoluogo lombardo è stata conseguenza della mia personale esperienza; di mio c’è anche l’amore per certi​ pittori e artisti contemporanei, abbondantemente citati nel libro, come il già menzionato Leonid Afremov con uno dei suoi dipinti che più adoro; e sono di sicuro presente in altri piccoli dettagli, sparsi qua e là nel testo, perché quando si scrive si finisce inevitabilmente per attingere al bagaglio delle proprie esperienze, romanzandole, reinventandole, modellandole, adattandole alla storia e ai personaggi.

Progetti attuali e futuri?

Dopo un’interruzione forzata dalla scrittura, dovuta come ogni anno agli impegni lavorativi, d’estate torno sempre a scrivere. Avevo un romanzo nel cassetto, in effetti, rimasto in sospeso, in attesa di poterlo riprendere e migliorare in alcuni punti. Ne avevo anche iniziato un altro, e ora sto finalmente per riprenderlo in mano. E poi, chi lo sa? Potrebbe venire fuori anche qualche altra nuova storia e magari, prossimamente, potreste imbattervi in una mia nuova pubblicazione... Il tempo in cui sono dovuta rimanere ferma, senza scrivere, è stato lungo e intenso, mi ha riempito di emozioni, di momenti speciali, di impressioni, e ora sono una mina vagante che ha bisogno di mettere nero su bianco ciò che non ha potuto esprimere per troppo tempo. Ho bisogno di dare una forma a queste emozioni, di creare una storia, di lasciarmi trasportare dalle parole.

Roberto Bresssan, 27enne torinese, ci teneva molto a raccontare la sua storia attraverso le nostre pagine e a farsi conoscere anche nel Salento (da chi ancora non ha avuto il piacere di imbattersi nei numerosi articoli, a lui dedicati, presenti in rete). Un'avventura calcistica in grado di superare limiti, pregiudizi, ostacoli, sino a consentire a questo giovane portiere degli Insuperabili - importante realtà sportiva che coinvolge ragazzi con disabilità cognitiva, relazionale, affettivo emotiva, comportamentale, fisica, motoria e sensoriale - di oltrepassare la "diversità" etichettata dagli altri. La sua rinascita è passata anche dal calcio: dagli insulti subiti per via del suo handicap alla voglia di riscatto il passo è stato breve, oltre che entusiasmante e costellato di successi. Ma il meglio deve ancora venire! 

Come ti sei avvicinato al calcio e come mai hai scelto il ruolo di portiere?

Mi sono avvicinato al calcio perché è uno sport che mi piace moltissimo, e soprattutto è uno sport di squadra: così posso condividere le mie emozioni con i miei compagni. Il ruolo di portiere invece mi è piaciuto fin da subito perché indossava la maglia del numero 1 che tra l’altro è il mio numero preferito. Poi perché mi piace “volare”, mi piace parare i rigori, mi piace abbracciare i miei compagni e perché ogni parata che faccio è come un goal. Inoltre, sono sincero: a me correre non piaceva e ho preferito stare in porta. Ho iniziato all’età di dieci anni.

Cosa rappresenta per te la squadra degli Insuperabili?

Per me gli Insuperabili sono come una famiglia con cui condividere gioie ed emozioni, rappresentano una spalla su cui appoggiarmi nei momenti di difficoltà.

Chi sono i tuoi idoli calcistici? Perché?

I miei idoli calcistici nel calcio professionistico sono Buffon, Dybala e Del Piero perché, oltre ad essere dei buoni giocatori, sono anche un esempio da seguire per noi giovani.

Pensi che lo sport possa costituire un'occasione di rinascita ma anche un modo per dimostrare che "volere è potere"?

Per me è stato un motivo di rinascita dopo gli atti di bullismo che ho subito all'età di dieci/undici anni da altri portieri. Da quel momento mi sono prefissato degli obiettivi sempre più difficili da raggiungere e grazie alla mia voglia di raggiungerli sono riuscito ad ottenere un risultato straordinario che nemmeno un portiere professionista riuscirebbe a conquistare. Lo dimostrano i numerosi articoli usciti sulla stampa anche nazionale. Dal 17 maggio 2011 fino al 17 maggio 2019 ho disputato 4017 partite e in soli 12 anni ho vinto 43 trofei da miglior portiere.

Hai all'attivo una bella carriera, fatta di successi, soddisfazioni e traguardi importanti. A quale tieni di più?

Oltre ai risultati sopracitati, ho disputato tanti campionati di calcio a 11, calcio a 8 e calcio a 5. Ho vinto moltissimi tornei. Vado particolarmente fiero dell'ultimo che ho disputato con gli Insuperabili a Coverciano: siamo stati campioni d’Italia e io ho anche vinto il titolo di miglior portiere del torneo. Abbiamo affrontato squadre fortissime e molto attrezzate tra cui Juventus, Cagliari, Parma, e altre.

 

Sei mai stato nel Salento? Conosci questa terra?

No, non ci sono mai stato, ma da quello che mi dicono è un posto bellissimo con spiagge stupende, mare cristallino e persone accoglienti!

Progetti e sogni per il futuro?

Il mio obiettivo è la Nazionale disabili.

Grazie Roberto! Ti auguriamo di continuare così e di raggiungere altre importanti mete. 

Grazie a voi. Saluto con affetto i lettori di tgnordsalento e Totem Giornale. 

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