Roberto Bresssan, 27enne torinese, ci teneva molto a raccontare la sua storia attraverso le nostre pagine e a farsi conoscere anche nel Salento (da chi ancora non ha avuto il piacere di imbattersi nei numerosi articoli, a lui dedicati, presenti in rete). Un'avventura calcistica in grado di superare limiti, pregiudizi, ostacoli, sino a consentire a questo giovane portiere degli Insuperabili - importante realtà sportiva che coinvolge ragazzi con disabilità cognitiva, relazionale, affettivo emotiva, comportamentale, fisica, motoria e sensoriale - di oltrepassare la "diversità" etichettata dagli altri. La sua rinascita è passata anche dal calcio: dagli insulti subiti per via del suo handicap alla voglia di riscatto il passo è stato breve, oltre che entusiasmante e costellato di successi. Ma il meglio deve ancora venire!
Come ti sei avvicinato al calcio e come mai hai scelto il ruolo di portiere?
Mi sono avvicinato al calcio perché è uno sport che mi piace moltissimo, e soprattutto è uno sport di squadra: così posso condividere le mie emozioni con i miei compagni. Il ruolo di portiere invece mi è piaciuto fin da subito perché indossava la maglia del numero 1 che tra l’altro è il mio numero preferito. Poi perché mi piace “volare”, mi piace parare i rigori, mi piace abbracciare i miei compagni e perché ogni parata che faccio è come un goal. Inoltre, sono sincero: a me correre non piaceva e ho preferito stare in porta. Ho iniziato all’età di dieci anni.
Cosa rappresenta per te la squadra degli Insuperabili?
Per me gli Insuperabili sono come una famiglia con cui condividere gioie ed emozioni, rappresentano una spalla su cui appoggiarmi nei momenti di difficoltà.
Chi sono i tuoi idoli calcistici? Perché?
I miei idoli calcistici nel calcio professionistico sono Buffon, Dybala e Del Piero perché, oltre ad essere dei buoni giocatori, sono anche un esempio da seguire per noi giovani.
Pensi che lo sport possa costituire un'occasione di rinascita ma anche un modo per dimostrare che "volere è potere"?
Per me è stato un motivo di rinascita dopo gli atti di bullismo che ho subito all'età di dieci/undici anni da altri portieri. Da quel momento mi sono prefissato degli obiettivi sempre più difficili da raggiungere e grazie alla mia voglia di raggiungerli sono riuscito ad ottenere un risultato straordinario che nemmeno un portiere professionista riuscirebbe a conquistare. Lo dimostrano i numerosi articoli usciti sulla stampa anche nazionale. Dal 17 maggio 2011 fino al 17 maggio 2019 ho disputato 4017 partite e in soli 12 anni ho vinto 43 trofei da miglior portiere.
Hai all'attivo una bella carriera, fatta di successi, soddisfazioni e traguardi importanti. A quale tieni di più?
Oltre ai risultati sopracitati, ho disputato tanti campionati di calcio a 11, calcio a 8 e calcio a 5. Ho vinto moltissimi tornei. Vado particolarmente fiero dell'ultimo che ho disputato con gli Insuperabili a Coverciano: siamo stati campioni d’Italia e io ho anche vinto il titolo di miglior portiere del torneo. Abbiamo affrontato squadre fortissime e molto attrezzate tra cui Juventus, Cagliari, Parma, e altre.
Sei mai stato nel Salento? Conosci questa terra?
No, non ci sono mai stato, ma da quello che mi dicono è un posto bellissimo con spiagge stupende, mare cristallino e persone accoglienti!
Progetti e sogni per il futuro?
Il mio obiettivo è la Nazionale disabili.
Grazie Roberto! Ti auguriamo di continuare così e di raggiungere altre importanti mete.
Grazie a voi. Saluto con affetto i lettori di tgnordsalento e Totem Giornale.