Una gioia dopo l'altra, ieri, per don Mauro Carlino, 47 anni, dallo scorso luglio parroco della Basilica di Santa Croce in Lecce. Dopo la vittoria della squadra giallorossa che ieri ha incontrato il Frosinone
nello stadio di Via del Mare, e della quale don Mauro è un grandissimo tifoso, un'altra bella notizia è arrivata per il parroco leccese: l'assoluzione piena dall'accusa di estorsione e abuso d'ufficio nell’inchiesta sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato Vaticano e nella compravendita di un palazzo londinese, ai tempi in cui don Mauro era segretario del cardinale Angelo Becciu ieri condannato a cinque anni e mezzo, una sanzione pecuniaria e il divieto perpetuo di esercitare cariche pubbliche. Unico assolto del processo che ha sconvolto il mondo del clero con ben nove condanne in totale, è quindi Don Mauro Carlino, formatosi al Seminario Romano e alla Pontificia Università Lateranense e specializzatosi a Roma in Diritto Canonico, oggi segretario personale dell'Arcivescovo metropolita di Lecce, Mons. Michele Seccia il quale, subito dopo la notizia dell'assoluzione, ha dichiarato: "Sono felice per la sentenza che ha restituito al nostro don Mauro la dignità umana e la credibilità sacerdotale messe in dubbio da ipotesi di reato rivelatesi poi infondate. Sono stati anni di sofferenza anzitutto per lui. Ma egli ha affrontato le vicende nelle quali era stato ingiustamente coinvolto con coraggio e, certo della sua innocenza, con tanta fiducia nella magistratura vaticana. Ma sono stati anni di sofferenza anche per me che sono il suo vescovo - sottolinea - e che non ho mai vacillato davanti alle accuse che gli venivano mosse. Tant’è vero che, nonostante immaginassi che più di qualcuno avrebbe storto il naso, dopo il suo rientro in diocesi non ho esitato a nominarlo mio segretario personale e poi, successivamente, anche parroco della Basilica di Santa Croce. Incarichi che egli ha svolto con obbedienza, fedeltà, spirito di servizio e di abnegazione e con grande impegno sacerdotale, pur dovendo affrontare le ricostruzioni fantasiose e la gogna mediatica. Infine, sono stati anni difficili per la Chiesa di Lecce che con lui ha pregato e che accanto a lui ha affrontato il tunnel del processo; sono stati molti coloro che hanno creduto nella sua innocenza e gli sono stati vicini con affetto e amicizia. In quest’ora di liberazione in cui ha vinto la verità, ringrazio il Signore e, insieme con i confratelli presbiteri della nostra Chiesa di Lecce, prego per don Mauro affinché presto ritrovi la meritata serenità interiore".
"Sono lieto che il Tribunale Vaticano abbia accertato la mia correttezza nell'agire, in quanto ho sempre operato per il bene della Santa Sede, in ubbidienza ai Superiori della Segreteria di Stato. Ho vissuto questo brutto periodo confortato dalla fede nel Signore e oggi mi sento di ringraziare il mio Vescovo, la mia famiglia, i tanti Presuli, sacerdoti e amici che hanno sempre creduto nelle mia innocenza, e i miei difensori che con competenza, passione e impegno hanno reso possibile questo risultato" - ha commentato invece don Mauro, con il cuore più libero e la serenità ritrovata.