È tempo di dialogo tra le religioni, le culture e tra gli uomini in genere, così come auspicato anche da Saifeddine Maaroufi, Imam (guida) della Moschea di Lecce.
“Ringrazio l’Imam Maaroufi - ha detto l’Arcivescovo di Lecce Michele Seccia accogliendo l’appello lanciato sulla stampa di promuovere in città una giornata di dialogo allo scopo di ‘combattere l’ignoranza e i pregiudizi’ verso i cittadini di fedi e culture diverse e ‘apparentemente opposte’ - per il contributo di pensiero e di azione che, alla guida della comunità islamica leccese, egli svolge sulla strada del dialogo necessario e del confronto costruttivo, strumenti indispensabili per edificare una società più giusta, più solidale e più pacifica”.
“Avermi indicato - prosegue Seccia - come profondo e convinto sostenitore del dialogo interreligioso e della cultura dell’accoglienza sulla scia di tanti testimoni che hanno dedicato la loro vita al dono della pace tra gli uomini e con il creato, non solo mi onora ma mi spinge a raccogliere l’invito e a rilanciare insieme con lui la proposta a tutte le istituzioni, all’Università, alle scuole, alle associazioni culturali e di volontariato, alle comunità religiose, ad ogni leccese di buona volontà. A tutti coloro che credono nella necessità di dover creare le condizioni per una convivenza pacifica nelle nostre città e di dover allontanare con coraggio le paure causate da azioni disumane che sicuramente non possono trovare fondamento e ragione in alcuna fede”.
“Incontrerò l’Imam di Lecce - conclude l’Arcivescovo - già nei prossimi giorni. Ne avevo manifestato il desiderio già all’inizio del mio servizio a Lecce. E insieme con lui concorderemo tempi e modalità non solo per promuovere la giornata del dialogo ma avvieremo anche un cammino di condivisione come più di una volta ha auspicato Papa Francesco. Cristiani e musulmani, e tutti i credenti, in quest’ora cosi complessa della storia sono chiamati a dare un contributo particolare: «viviamo sotto il sole di un unico Dio misericordioso… In questo senso possiamo dunque chiamarci gli uni gli altri fratelli e sorelle perché senza Dio la vita dell’uomo sarebbe come il cielo senza il sole» ci ricorda Papa Bergoglio citando san Giovanni Paolo II”.