Riportiamo qui di seguito la nostra intervista a Claudio De Matteis, titolare della Asfalti Isolbit, sponsor ufficiale dell'Unione Sportiva Lecce.
La sua azienda, la Asfalti Isolbit, ha voluto consolidare, quest’anno, la propria presenza con il logo sulle divise da gioco sia della prima squadra che della Primavera che quest’anno affronta la massima serie del campionato nazionale giovanile. Perché un attaccamento così forte all’U.S.Lecce?
"Amore verso la mia città, il territorio e ancor di più per i colori giallorossi. Questo è il terzo anno che Asfalti Isolbit ha sposato la causa dell'U.S. Lecce, quest'anno prima dell'inizio del campionato in corso abbiamo confermato la nostra presenza sul pantaloncino da gara della prima squadra e della squadra Primavera che partecipa al Campionato di Al. Ad inizio del torneo venendo a mancare uno degli sponsor di maglia, Il Presidente Avv. Saverio Sticchi Damiani conoscendo le intenzioni di Asfalti Isolbit mi ha proposto il "salto di qualità" passare sulle maglie dei giallorossi, non ho esitato un attimo a dire si con una stretta di mano, era
un sogno che si avverava. Per me la maglia del Lecce è sempre stata un qualcosa di sacro, e potervi mettere il nome della mia azienda è stato un onore".
La tribuna Centrale Superiore dello Stadio Via Del Mare è stata denominata alla Isolbit. Una bella soddisfazione.
"L'opportunità di dare il nome della Asfalti Isolbit alla Tribuna Centrale Superiore dello Stadio "Ettore Giardiniero", mi è stata proposta da uno dei primi collaboratori del Presidente Avv. Saverio Sticchi Damiani, il Direttore Generale della società Dott. Giuseppe Mercadante in "un'incontro casuale caffè" alla presenza del Responsabile Marketing Dott.Andrea Micati, occasione da me colta subito, onorato di dare il nome Asfalti Isolbit ad un settore dello stadio, essendo anche la prima azienda salentina a farlo".
Da quando e come nasce la sua passione per il calcio?
"La mia passione per il calcio nasce da piccolo, iniziando a giocare per strada con i miei coetanei, successivamente a livello dilettantistico con una società del luogo, ma con mediocri risultati. Ho iniziato ad amare la maglia giallorossa da subito grazie a mio padre e a mio nonno che mi portavano a vedere il Lecce al vecchio Carlo Pranzo".
Cosa cambierebbe del calcio moderno?
"Io credo che il mondo del calcio come tutte le cose, ha avuto nel bene e nel male la sua evoluzione nel corso del tempo, l'errore di base è che forse si è passati ad un professionismo troppo esagerato".
Il “Via del Mare” potrebbe diventare un polo attrattivo anche dal punto di vista turistico e non solo di interesse sportivo in un territorio che ha grandi potenzialità in questo settore. Lei ha qualche idea?
"Faccio una premessa: per me il Via Del Mare da tre anni è diventato la mia seconda casa per tanti motivi che non sto ad elencare, non dimentichiamo che lo stadio è stato inaugurato nel lontano 1966, adesso presenta tutte le sue problematiche a confronto con gli stati moderni, tanto ha fatto l'U.S. Lecce con interventi di ammodernamento come la pista, gli spogliatoi, le poltroncine, la nuova sala stampa, gli skybox in corso di realizzazione ; strutturali quali la Tribuna Est, il settore Distint Sud Ovest e tanti altri interventi pagati tutti di tasca propria dai soci.
Sarebbe bello riuscire a far diventare vivibile lo stadio oltre le partite di calcio con eventi di qualsiasi genere, con la realizzazione di locali commerciali, ristoranti, bar, in poche parole lo stadio come luogo di ritrovo".
Lecce merita la Serie A, per i suoi tifosi, per il suo territorio e per la grande serietà e professionalità della società. Ce la faremo nei 3 anni previsti dal nuovo progetto Corvino - Sticchi?
"Che una città e una società come il Lecce meritano di partecipare al massimo campionato italiano è fuori discussione, bisogna dare atto a questa società di tutti i sacrifici che fa ogni giorno per portare in alto il nome di Lecce. Permettimi una polemica costruttiva, ma dove sono tutti gli imprenditori salentini che potrebbero dare una mano a Saverio Sticchi Damiani e i suoi ammirevoli soci ? Cosa sarebbe il calcio a Lecce senza di loro? A Lecce si pretende e basta e questo non va bene. Il progetto è quello di approdare in Serie A in tre anni, già nel primo sarebbe potuto accadere ma il calcio ha sempre le sue sorprese, io credo fermamente che ciò
succeda grazie anche alla lungimiranza del responsabile dell'Area Tecnica Pantaleo Corvino".
Ci racconti qualcosa di sé e del suo amore per la sua terra.
"Cosa dirti di me? Felicemente sposato, amo la mia famiglia, mia moglie Milena e mia figlia Francesca tifose accanite del Lecce, amo il mio lavoro che fino ad ora mi dato grandi soddisfazioni, grazie anche alla collaborazione di mio fratello Francesco , dello staff di tutti i mie lavoratori con a capo Francesco Caretto, per l'impegno giornaliero che mettono nel lavoro per il bene dell'azienda. Per il resto una vita molto tranquilla, lavoro, famiglia, qualche viaggio e il Lecce.
Alla sua seconda domanda, Le rispondo con una mia domanda: Come fa un salentino a non amare la sua terra ? Lu sule, lu mare, lu ientu sono un qualcosa che ogni territorio vorrebbe avere, ma che il buon Dio ha donato al nostro territorio. Il mio legame con il Salento per me è come quello con la mamma che ti mette al mondo".