Da oggi, 21 marzo 2020, i casi di Covid-19 saranno ricoverati al Dea dove è stato allestito un reparto da 40 posti letto che, gradualmente, arriveranno a 160.
Sono stati definiti i percorsi per i malati, dal piano terra al primo piano. Una corsa contro il tempo, quella della Asl leccese, per essere pronti a quel picco che gli esperti sono certi caratterizzerà questa infezione.
L’apertura del nuovo Dea, che a regime avrà 330 posti letto, coincide con la riapertura a breve del nosocomio di Copertino, chiuso dopo che si era sviluppato un focolaio di infezione.
In questi giorni, infatti, dall’ospedale copertinese è partita la comunicazione alla direzione generale della Asl locale che si può ripartire da lunedì con i primi 20 posti letto dedicati al post acuzie dei pazienti Covid-19. Sono stati effettuati, tuttavia, 50 tamponi sui dipendenti in quarantena per verificare la negatività al coronavirus e, quindi, rientrare in servizio. Su questa apertura c’è una questione di natura politica che pende come una spada di Damocle.
Vincenzo Gentile (FIALS), ha scritto al Prefetto di Lecce, al Direttore di Dipartimento regionale della Salute, alla Asl nelle persone del Direttore Generale Rollo e del Direttore Sanitario Carlà. La lettera ha l’obiettivo di verificare se il personale destinato al Dea ed al nosocomio copertinese ha i requisiti adatti per assistere i soggetti Covid-19 e se è garantita la presenza di DPI (dispositivi personali di protezione).