Cardiochirurgia del “Fazzi”, in due anni scende significativamente la mortalità

Interventi in crescita del 45%, tasso di mortalità in significativa discesa. Sono i risultati di due anni di lavoro per la Cardiochirurgia dell’Ospedale “Vito Fazzi”, diretta dal gennaio 2016 dal dr. Giovanni Casali.

La “foto” di questo deciso salto di qualità è stata scattata da Agenas nel rapporto 2017 (su statistiche del 2016) e aggiornata con i dati più recenti elaborati dal reparto di Cardiochirurgia.

Rispetto ai volumi totali di attività, la Cardiochirurgia registra infatti una marcata progressione delle procedure cardiochirurgiche maggiori: 289 interventi nel 2015, 365 nel 2016 e 420 nel 2017. Più 45 per cento in due anni.

Guardando più nel dettaglio, la Chirurgia Coronarica nel 2016 segna però una flessione dei volumi di attività per gli interventi di bypass isolato rispetto all’anno precedente: 160 procedure nel 2015, 128 nel 2016, comunque all’interno del range compreso tra 100 e 150 casi. «Questa tendenza – spiega il primario Casali - risulta in linea con un dato nazionale che vede un sempre minor ricorso alla chirurgia coronarica per effetto competitivo delle procedure interventistiche (“stenting”) che, invece, risultano in costante aumento». Un cambiamento di cui anche Agenas ha tenuto conto nel ridurre l’indicatore di qualità per centro da 200 interventi per anno a 100. «L’obiettivo – rimarca Casali - è stato raggiunto nel 2016 e dalle nostre proiezioni risulta ampiamente raggiunto anche per l’anno 2017».

I risultati migliori arrivano dalla Chirurgia Valvolare, che ha fatto segnare un notevole incremento di attività, passando dalle 105 procedure del 2015 alle 174 del 2016, con un picco del 70 per cento circa.

Alla voce “altre procedure” la Cardiochirurgia può vantare la crescita delle procedure combinate (coronariche e valvolari associate), che non sono censite da Agenas ma sono in realtà in costante aumento. In questo contenitore rientrano altri interventi: rimozione di tumori, correzione di cardiopatie congenite o interventi sull’aorta toracica.

Buone performance anche sui tassi di mortalità. Per la Chirurgia coronarica, la mortalità a 30 giorni nel 2016 è risultata sovrapponibile a quella dell’anno precedente (2,8% rispetto al 2,7%) e in linea con la media nazionale (2,1%). I dati per l’anno 2017, non ancora elaborati da Agenas, danno una mortalità per il by-pass isolato dello 0%. Per quanto riguarda la Chirurgia Valvolare, i dati di mortalità Agenas relativi all’anno 2016 fotografano una drastica riduzione rispetto agli anni precedenti (2,6% nel 2016 rispetto all’8,9% del 2015) con l’allineamento alla media nazionale (2,4%).

«Mi pare evidente – è la lettura del dr. Giovanni Casali – una netta tendenza di costante e progressivo miglioramento sia in termini di volumi di attività che di tassi di mortalità. Il miglioramento è ancor più evidente nell'anno 2017 e spero lo sia ulteriormente nel 2018. In questo senso il supporto della Direzione Strategica è stato e sarà fondamentale. Questi risultati possono essere raggiunti anche grazie a un importante lavoro di squadra che vede coinvolti cardiochirurghi, anestesisti, cardiologi, tecnici e infermieri. I volumi di attività della Cardiochirurgia – sottolinea ancora il primario - risultano in costante e progressivo incremento, nonostante dati nazionali e locali in flessione per la chirurgia coronarica. Costante e progressivo è anche l’abbattimento dei tassi di mortalità. Per la chirurgia coronarica siamo in linea con la media nazionale per gli anni 2015 e 2016 e segniamo una drastica riduzione per l’anno 2017, dove tendiamo virtualmente allo zero. Tale dato - conclude Casali - se validato dalle elaborazioni Agenas, porrebbe il nostro centro tra quelli con i migliori standard a livello nazionale».

Ilaria Bracciale

Redattrice

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