Una richiesta di ascolto che ASL Lecce ha raccolto, includendo i rappresentanti dei pazienti nel Gruppo di lavoro aziendale che si occupa dell'uso terapeutico della cannabis.
Un tema molto sentito, affrontato stamane in Direzione Generale durante un incontro tra il Direttore Sanitario, Antonio Sanguedolce, Maria Rita Canitano (referente della Direzione Sanitaria), il primario della Neurologia del 'Fazzi', Giorgio Trianni, e una delegazione dell'Associazione “La Piantiamo” di Racale assieme ad una rappresentanza di Taranto e Foggia.
“Denunciamo la difficoltà - hanno detto i pazienti e i loro rappresentanti - ad avere le prescrizioni di alcuni farmaci e anche l’inadeguatezza dei farmaci a disposizione, oltre che una certa resistenza da parte di alcuni medici a prescrivere la cannabis. Chiediamo anche che venga riconosciuta la dignità delle nostre patologie e una maggiore sensibilità da parte dei medici, oltre al superamento delle lentezze dovute alla burocrazia, senza essere costretti a condividere i farmaci con chi non riesce ad accedervi”.
Una richiesta di dialogo che Asl di Lecce ha fatto propria, illustrando il percorso che l’azienda sanitaria ha delineato già nei mesi scorsi, deliberando un elenco di medici prescrittori pubblici, anestesisti, neurologi ed altre figure, individuati su base territoriale per consentire una maggiore omogeneità ed equità delle prescrizioni.
“Su questi temi delicati – ha detto il dr. Trianni - serve una diagnosi precisa per individuare il farmaco e la terapia giusta, secondo linee guida e regole chiaramente definite. Si tratta di diverse opzioni a disposizione, tra cui il medico deve individuare la soluzione idonea. Non è un problema di fondi, che già si spendono, ma di diagnosi precisa e di altrettanto precise terapie, in grado di venire incontro a chi ha bisogno ma evitando inutili contrapposizioni. Dobbiamo rispettare leggi e regole, perchè ogni caso dal punto di vista medico è diverso dall’altro: distonie, Sclerosi multipla, Sla, malattie oncologiche, dolore neuropatico, spasticità”.
“Un incontro utile – ha detto Sanguedolce - per analizzare direttamente il tema e farlo con i pazienti che rappresentano un’esigenza. Vogliamo trasformarlo in un’occasione per un cambio di passo sull’intera questione. La Asl già da qualche mese si occupa di questo problema e di alcuni casi specifici, cercando di venire incontro ai pazienti nel rispetto dell’appropriatezza prescrittiva. Per questo abbiamo istituito un gruppo aziendale multidisciplinare per raggiungere una soluzione. Queste esigenze comuni che vengono fuori possono divenire un contatto costante con il gruppo di lavoro misto, con il coinvolgimento diretto dei rappresentanti dei pazienti, portatori di esperienza sul proprio corpo. Un confronto costruttivo e permanente, utile anche per la ASL, non solo quando si verifica un problema: vogliamo risolvere ogni difficoltà e vogliamo farlo tutti insieme”.
Si è così deciso, di comune accordo, di aprire il Gruppo di lavoro istituito nell’ambito della Rete aziendale per la prescrizione di cannabis per uso terapeutico, alla partecipazione dei rappresentanti individuati dalle Associazioni di pazienti, in modo da avere uno scambio continuo sui problemi contingenti e prevenire la possibilità che si verifichino ulteriori difficoltà. Con la disponibilità ad aggiornare terapie e appropriatezza: “Asl Lecce - ha ricordato Trianni - è stata una delle prime in Italia ad applicare una delibera regionale per il trattamento della SLA che, grazie ad evidenze scientifiche e con parametri ben precisi, consente l’utilizzo dell’Adavarone con infusioni fatte in regime di day hospital. Oggi ci sono diversi pazienti in terapia, anche provenienti dal “Gemelli” di Roma. Bisogna però sempre rispettare regole chiare e determinate – ha ripetuto il primario - per la prescrizione e l’appropriatezza”.
“Le associazioni – ha concluso Sanguedolce - faranno parte a pieno titolo del Gruppo di lavoro ASL. All’interno di esso saranno ricondotte problematiche particolari, suggerimenti e proposte per aggiustamenti di tipo organizzativo. Sarà un tavolo di lavoro permanente con riunioni a cadenza periodica e un contatto diretto con la Direzione Sanitaria, anche per affrontare e risolvere le singole vicende dei pazienti”.