Ad occupare la scena politica, stavolta, è l’ormai ex segretario cittadino del PD campiense Fabio Sirsi, che attraverso la nota che riportiamo specifica il significato della sua scelta:

  “Le mie dimissioni da Segretario cittadino del PD di Campi sono la naturale conseguenza di un processo politico che, seppur avviato con lo scopo di rafforzare la compagine di centrosinistra, è approdato, al contrario, a conclusioni che non condivido. Il mandato esplorativo assegnato a Giuseppe Renis, infatti, aveva un forte significato poiché finalizzato a mettere in piedi una coalizione coerente con la collocazione politico-ideale delle forze che intendevano promuoverla, cercando nel rinnovamento delle idee e delle persone il valore aggiunto della proposta politica da sottoporre al giudizio dei cittadini. Tuttavia, giungendo ad un accordo innaturale con le forze del centrodestra cittadino, mi trova totalmente in disaccordo. Dunque, coerentemente, ho proposto di azzerare tutto e ripartire con i compagni di viaggio dell’ultima amministrazione, ricevendo da una parte maggioritaria del Direttivo (la maggioranza della maggioranza n.d.r.) una chiusura totale e pertanto ho deciso di rassegnare le dimissioni, avendo la sensazione che stesse prevalendo una logica trasformistica e di puro potere a cui non posso adeguarmi.

Sono molto preoccupato dell’ipotesi di tale deriva, d’altronde è stato lo stesso Giuseppe Renis a sottolineare che l'accordo avvenga tra forze eterogenee. Laddove, appunto, l'assenza di omogeneità, lungi dall'essere un elemento di ricchezza, rischia di rappresentare la mina vagante ed il detonatore di una crisi politica permanente dell'amministrazione, qualora tale coacervo dovesse affermarsi elettoralmente. Il PD non poteva e non può piegarsi a questa logica. Si renderebbe irriconoscibile dinnanzi ai propri elettori, ai propri iscritti e ai propri militanti. Sono queste, dunque, le ragioni politiche del mio dissenso e delle mie conseguenti dimissioni dalla carica di segretario. Resto, però, un uomo del PD. E come tale mi batterò qualora si volesse snaturare identità e profilo del partito, conducendolo ad essere forza marginale e manovrabile da personalità esterne.”