È bufera sulla Ggs di Veglie, l'azienda subentrante nell'appalto per i servizi di controllo e videosorveglianza presso i locali della ASL, che a marzo 2017 assunse circa quaranta lavoratori richiesti per la vigilanza.
Tra questi, anche tre dipendenti ex Securpol, che erano stati licenziati dal suddetto istituto di vigilanza. Una situazione inquieta e preoccupante per i quaranta vigilanti, precisamente 38 guardie giurate e due amministrativi, che in questi giorni hanno rischiato il licenziamento, dopo la volontà manifestata dalla Ggs di Veglie di porre fine al contratto di lavoro degli stessi, data l'imminente scadenza. È per questo che i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente con il Prefetto Claudio Palomba, che si è tenuto ieri, giovedì 30 agosto 2018, alla presenza dei segretari generali di FilcamsCgil, FisascatCisl, Uiltucs, Ugl Terziario e Usb.
“Sono licenziamenti ingiustificati in primis per il carico di lavoro che l'azienda ha al momento, e poi perché una riduzione del personale comprometterebbe sia la sicurezza pubblica che quella sul lavoro”- commentano i sindacati, che hanno cercato di mettere in luce il grande disagio provato in questi giorni dai lavoratori coinvolti. E sembra che un piccolo spiraglio di luce si sia aperto proprio ieri, o quantomeno che si sia ottenuta una piccola e momentanea tregua per tirare un sospiro di sollievo. I licenziamenti, infatti, sarebbero stati revocati, almeno fino al 30 novembre. Grazie alla mediazione della Prefettura, l'istituto di vigilanza vegliese avrebbe accettato di prolungare di altri tre mesi il contratto di solidarietà dei lavoratori, per poter valutare insieme, in questi tre mesi, eventuali provvedimenti da adottare per evitare che le quaranta persone in questione perdano il proprio lavoro, e per dare al Ministero del Lavoro il tempo necessario per pronunciarsi sulla richiesta dei dipendenti di prorogare loro il contratto per altri 32 mesi.