È dell’1 febbraio scorso la notizia della richiesta di giudizio con rito abbreviato per Michele Spagnuolo, sordomuto 77enne, che a luglio scorso aveva ucciso la moglie con 41 coltellate.
L’uomo, dopo l’ennesima lite con la donna, 57enne, anche lei sordomuta, impiegata all’ufficio postale, stimata e conosciuta da tutti in paese, uccise la donna nella loro abitazione in via Papadia, prima di consegnare un bigliettino ai Carabinieri confessando l’omicidio e poi di scappare via. Fu riacciuffato poco dopo dai militari e portato in carcere. Ma adesso, la richiesta di rito abbreviato o la prossima udienza fissata per il 20 marzo, non serviranno più: Michele Spagnuolo, infatti, è stato trovato morto nella sua cella del carcere di Taranto dove era rinchiuso, proprio nella giornata di ieri, 17 febbraio 2019, da alcuni agenti di polizia penitenziaria. Lo avrebbero trovato con una corda intorno al collo, che segna l’epilogo, tragico e drammatico, di una vicenda già di per sé assurda, che l’uomo, forse, non riusciva più a sostenere o il cui peso si era fatto troppo grande per poter continuare a vivere.