Continua l'inchiesta giudiziaria sulla morte di una 39enne di Trepuzzi, G.T., avvenuta nel giugno 2014, in uno dei modi più violenti e disperati che possano esserci.
La donna, infatti, si lanciò dal balcone della sua abitazione, in via Marconi, da un'altezza di circa nove metri, morendo sul colpo. Subito dopo il fatto, le ipotesi più accreditate per spiegare il folle gesto, ricaddero sulla sua turbolenta e infelice situazione sentimentale, data la difficile convivenza con il compagno A.Q., 41 anni, di Trepuzzi. Secondo le indagini, la casalinga avrebbe sopportato a lungo maltrattamenti e privazioni da parte del 41enne, che avrebbe sempre dimostrato una gelosia eccessiva, obbligandola a vestire in un certo modo, a limitarsi nelle spese e nelle relazioni con le altre persone. Una serie di azioni e una situazione che, a lungo andare, avrebbero seriamente compromesso lo stato psicofisico della suicida, che poche ore prima del gesto estremo, avrebbe inviato dei messaggi poco confortanti ai propri familiari, in seguito costituitisi parte civile nel processo. L'indagine, quindi, continua, nonostante fosse stata inizialmente archiviata, e adesso, su disposizione del gup Vincenzo Brancato, saranno attentamente analizzati i computer della vittima, accedendo ai contenuti del suo profilo Facebook, oltre che di quello del compagno, per cercare nei messaggi o nelle chat, indizi che possano tornare utili per risalire alla verità e ai moventi. Intanto sono stati ascoltati, proprio ieri, un vicino di casa e la cognata della donna, che hanno raccontato quello che sapevano sulla storia dei due conviventi. L'uomo, che si dichiarò estraneo ai fatti, dichiarando che la compagna facesse uso di alcool e che il suicidio era stato frutto di una sua personale decisione, è accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dall'evento morte. La perizia dei computer della suicida e del compagno, verrà discussa il 18 maggio prossimo, insieme alla testimonianza di una persona con la quale la 39enne si sarebbe a suo tempo confidata.