Capita troppo spesso, ormai, di esternare sui social, attraverso post pubblici, le proprie emozioni, stati d'animo o sentimenti di rabbia verso qualcosa o qualcuno, condividendole con i propri amici virtuali.
Quello che però si sottovaluta, compiendo un gesto oggi così spontaneo, sono le conseguenze che lo stesso potrebbe avere. E' quello che è successo a Trepuzzi, dove una donna di 35 anni sarebbe stata obbligata a risarcire un'agente della Polizia Municipale verso la quale aveva in precedenza espresso commenti offensivi sul suo social network, manifestando il proprio disappunto nei confronti dell'operato del corpo di Polizia e generando anche ulteriori commenti ingiuriosi postati dai lettori del post. Il Tribunale di Lecce, in seguito alla querela sporta contro la 35enne, ha ora condannato la donna ad un risarcimento e al pagamento delle spese processuali. "In questo modo è stata data una bella lezione a chi si sente in diritto di ledere la dignità professionale degli operatori di Polizia Locale che fanno solo il proprio lavoro, e a tutti i leoni da tastiera che nascosti dietro un computer si sentono forti e convinti di poter offendere chiunque" - ha commentato il Comandante della Municipale, condannando a priori determinanti comportamenti.