Era il 22 gennaio 2016 quando Franco Amati, pasticcere da tutti conosciuto come Mesciu Franco, fu travolto e ucciso da un’auto mentre percorreva, a bordo della sua bicicletta, la Trepuzzi-Casalabate, nei pressi del Parco Rauccio.
Il 67enne leccese, che passeggiava insieme ad un amico, fortunatamente salvatosi, fu raggiunto e travolto dall’auto del trepuzzino 37enne, A.T., il quale, risultato positivo ai test tossicologici e, a causa dei futili motivi, fu condannato all’ergastolo prima, e 20 anni di reclusione poi, per omicidio volontario aggravato. Secondo le varie ricostruzioni, i due ciclisti sarebbero stati sorpassati a altissima velocità dal trepuzzino che, dopo un battibecco, avrebbe fatto inversione di marcia per poi travolgere i due e scappare senza prestare soccorso.
Ma adesso, arriva un colpo di scena nel processo a carico del 37enne: la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato difensore, derubricando l’accusa di omicidio volontario in omicidio colposo, in quanto secondo la tesi difensiva l’uomo non avrebbe avuto mai l’intenzione di uccidere o fare del male ai ciclisti: sarebbe stato un incidente causato dal sole che abbagliava il conducente dell’auto, già poco lucido per l’effetto di sostanze stupefacenti, e che tra l’altro proprio per questo, e guidando una vecchia Fiat 500, non avrebbe potuto viaggiare ad una velocità troppo sostenuta come si ipotizzava in precedenza.