"Pizzettu”, questo è il soprannome con cui è conosciuto Antonio Giannone, 43 anni, di Trepuzzi, condannato all'ergastolo per l'omicidio di un gommista ed ex carabiniere avvenuto nel lontano 1999.
Ristretto nel carcere di Asti, ha patteggiato ieri una condanna a 4 mesi di reclusione, per un episodio avvenuto nel dicembre 2016, quando il 43enne, dopo un colloquio con i familiari, in seguito al quale litigò con un agente penitenziario, avrebbe colpito quest'ultimo con lo sgabello sul quale era seduto. Tutto per un pacchetto di cracker che l'agente non gli avrebbe permesso di tenere. L'ergastolano fu riportato immediatamente in cella e segnalato alla Procura. Ieri, dopo più di un anno, il patteggiamento a 4 mesi, che, se da un lato non hanno il minimo peso su un 'fine pena mai', in realtà limiteranno la possibilità dell'uomo di avere permessi o richieste di libertà vigilata.
Il 43enne, nel 2012, grazie alla buona condotta, aveva partecipato al film “Cesare deve morire”, di Paolo e Vittorio Taviani, un docu-dramma a cui presero parte alcuni detenuti di Rebibbia e che si è aggiudicato diversi premi, tra cui cinque David di Donatello.