Trepuzzi. È tempo di sentenze per Trepuzzi, la cittadina del Nord Salento coinvolta, mesi fa, in due tristi vicende, entrambe tragiche, seppur molto diverse tra di loro.
La prima riguarda la conferma della condanna del carcere a vita, da parte della Corte di Cassazione, per il trepuzzino Fabio Perrone, 44 anni, conosciuto con il soprannome di “Triglietta”, macchiatosi di diversi reati. Arrestato mesi prima, per l'omicidio del montenegrino Fatmir Makovic, avvenuto in un bar di Trepuzzi la notte del 29 marzo del 2014, (dopo aver scontato precedentemente anche altri 18 anni di carcere per armi, droga, mafia e tentanto omicidio), è arrivata nelle scorse ore la conferma dell'ergastolo per il 44enne trepuzzino, il quale, tra l'altro, nel novembre di due anni fa, evase dall'ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove si era recato per una visita, ferendo un poliziotto e rubando l'auto di una donna, aggravando ulteriormente la sua posizione.
Ma la Cassazione, si è espressa anche su un'altra brutta questione che sconvolse Trepuzzi, il 28 febbraio 2016, quando un commerciante di circa 40 anni, P.G., uccise il piccolo Roberto Ragione, 10 anni, residente a Trepuzzi con i genitori, travolgendolo con la sua Mercedes classe B, mentre percorreva, venendo da Squinzano, la centrale via Papa Giovanni XXIII, ad una velocità di oltre 100 km/h e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti.
Nei giorni scorsi, i giudici della Suprema Corte, hanno bocciato il ricorso presentato dalla difesa, confermando così, per l'investitore, una condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione con l'accusa di omicidio colposo.