È pervenuta ieri, in redazione, la lettera di uno squinzanese che, suo malgrado, si è ritrovato a vivere, insieme alla sua famiglia, un episodio molto sgradevole.
“Sono D. P., vivo a Squinzano e, fin dalla nascita, sono affetto da tetraparesi-spastica”- così comincia la lunga lettera del 40enne, una vera e propria denuncia di un episodio umiliante che lascia l'amaro in bocca scoraggiando, in particolar modo, chiunque condivida con lui una qualsiasi forma di disabilità. “Dal lontano 1978 la mia vita è un continuo alternarsi di rinunce e conquiste, quasi come la vita di ogni uno di noi. Se dovessi, però, porre virtualmente la mia vita su due piatti della bilancia, verosimilmente direi che la patologia ha portato il piatto delle conquiste un bel po' più in alto rispetto a quello delle rinunce.
Ma oggi, alla soglia dei 40, dopo una vita trascorsa fra alti e bassi, si sviluppa un senso di difficoltà nella capacità di tollerare”- scrive lo squinzanese.
“Questa è una breve premessa, prima di raccontare una serata incresciosa vissuta dal sottoscritto e famiglia, la sera del 15 agosto 2017, quando per una banale esigenza di 'normalità', mi sarebbe piaciuto mangiare una pizza con i miei cari nella marina di Torchiarolo, località 'Lendinuso', una piccola ma suggestiva marina all'ombra del comignolo della 'Federico II by Enel'”.
“Il nostro solito problema (mio e di tutte le persone che a qualsiasi titolo appartengono al mondo della disabilità)- continua il 40enne- è quello di trovare un posto auto libero, magari di quelli che il C.d.S. (Codice della Strada) riserva a noi "viziati"; la cosa più difficile è trovare uno dei 'nostri' parcheggi non occupato dal solito maleducato che, in maniera impropria, prende posto arbitrariamente in quello spazio riservato, ignorando i nostri problemi e le nostre difficoltà”.
“Ma quando ad occupare tale posto è una vettura di servizio della Polizia Locale, sfido chiunque a restare calmo e a chiedere con serenità e diplomazia lo spostamento di tale vettura”- continua l'uomo nel suo lungo sfogo alla redazione.
“I fatti in concreto sono andati cosi: ricordavo con certezza che nei pressi dell'incrocio fra via dell'Aragosta e via della Sogliola, vi era un posto riservato alla categoria invalidi, cosi mi dirigo direttamente lì con la speranza di trovarlo ancora libero. Giunto nei pressi di tale incrocio, trovo la vettura della Polizia Locale che impediva l'accesso a tale posto; in un primo momento pensavo che bastasse incontrare un vigile per far spostare la vettura e poter parcheggiare in tutta tranquillità, ma di tale figura nemmeno l'ombra!!! Cosi riprovo a fare il giro con la speranza di essere più fortunato. Una volta scorta la presenza di un vigile, chiedo di poter usufruire del parcheggio invalidi, esibendo il mio tesserino, ma, con mio grande stupore, mi sento rispondere che il mezzo non poteva essere spostato e che avrei dovuto cercare parcheggio poco più avanti”.
“Ora, non vorrei passare per il 'bimbo capriccioso'- prosegue il giovane squinzanese- ma una caratteristica del parcheggio per disabili è quella di essere abbastanza largo per poter accedere comodamente al lato della vettura, senza, ad esempio, l'incombenza del marciapiede, che rende complicato salire e scendere dalla macchina. Non sarebbe stato corretto, giusto e naturale che avessero cercato loro un altro parcheggio e avrebbero liberato per me quel posto, creato appositamente per chi si trova nelle mie condizioni?”- si domanda l'uomo, amareggiato da tanta insensibilità e incredulo di fronte a questa gratuita e assurda negazione di un diritto che gli spetta, senza alcun dubbio.
“Questo è quello che succede quando gente senza un po' di umanità indossa la divisa, senza neppure capirne il significato. In tutto ciò, non mi resta che avviare l'ennesimo procedimento giudiziario, con la speranza di non vederlo archiviato come tutti gli altri. Invito tutte le persone speciali, (cosi piace definirmi e/o definirci) a DENUNCIARE, se vorremo far conoscere le nostre difficoltà ed i nostri problemi, per ricevere quel rispetto che meritiamo”- conclude lo squinzanese, incoraggiando tutti coloro che vivono nelle sue stesse condizioni, a farsi sentire e a pretendere un po' di rispetto e attenzione in più.