E' partita il 27 dicembre scorso la campagna di vaccinazione anti-Covid di massa, secondo le indicazioni dettate dal Governo
che, nel suo piano vaccini, indicava due criteri fondamentali su cui basare le vaccinazioni e le relative priorità di somministrazione, valide per tutte le Regioni: la fascia d'età e le condizioni di salute. E sarebbero 7.366.138, attualmente, le persone vaccinate, come riportato sul sito del Governo, (481.362 in Puglia), tra operatori sanitari e socio-sanitari, ospiti di strutture residenziali, over 80, forze armate e personale scolastico. Di queste, oltre due mila hanno ricevuto anche la seconda dose; vaccinate in numero maggiore le donne, mentre la fascia d'età più vaccinata è quella fra gli 80 e gli 89 anni. Un argomento, però, questo dei vaccini, abbastanza spinoso e che, come tante altre questioni, divide l'opinione pubblica, tra chi ha fiducia nella scienza, chi è scettico, chi ha paura, chi ha timore degli effetti di una tipologia di vaccino, e chiede disperatamente che gliene venga iniettato un altro. Abbiamo imparato, in questi mesi, parole strane, come AstraZeneca, Pfizer, Moderna, imparando anche a distinguere i vaccini per tipologia, composizione, modo di conservazione. Una doppia iniezione intramuscolare che, attivando un'efficace risposta immunitaria, sembrerebbe essere la soluzione alla lotta contro il virus, ma che ancora non lascia tranquille tantissime persone, soprattutto dopo il caso AstraZeneca e i decessi verificatisi in seguito alla somministrazione del vaccino prodotto dall'azienda biofarmaceutica anglo-svedese, finita al centro di una serie di indagini avviate proprio per stabilire se ci fosse stato qualche legame di causa-effetto tra il vaccino e i decessi avvenuti, e che ieri sarebbero arrivate ad una conclusione. Ema, infatti, l'Agenzia Europea per i Medicinali, avrebbe garantito la sicurezza e l'efficacia di AstraZeneca, escludendo correlazioni e associazioni tra gli eventi di trombosi e i decessi avvenuti e le dosi del vaccino, che già da oggi, come comunicato anche dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, tornerà ad essere somministrato sempre secondo il piano vaccinale, appena arriverà il via libera ufficiale di AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco.
A sposare l'idea che il siero anti-Covid prodotto da AstraZeneca non abbia a che fare con le morti avvenute e che il vaccino sia l'unica arma per combattere e debellare il virus, tra tanti, anche il medico squinzanese, dott. Salvatore Sisinni, che condivide con la nostra redazione una sua dichiarazione in merito, che pubblichiamo interamente: "Premetto subito, a scanso di equivoci, che sono fortemente convinto del fatto che i vaccini siano un’arma preziosa di prevenzione contro le malattie infettive. Lo dimostra la storia della Medicina. Alcune malattie gravi (vaiolo, difterite, pertosse, poliomielite, per citarne solo alcune) non ci sono più grazie ai vaccini. E che sia convinto lo dimostra il fatto che, appena mi è stata data la possibilità di vaccinarmi contro il Covid, avendo superato da pochi mesi gli ottant’anni, l’ho fatto subito. Mi è stato assegnato il vaccino della Pfizer. E mi sarei vaccinato anche se mi fosse stato assegnato l’AstraZeneca, prima però che fossero scoppiate le polemiche sui gravi effetti collaterali, a volte addirittura mortali, che hanno costretto i Governanti a sospenderlo immediatamente, un’ora dopo che fonti autorevoli in Tv avevano assicurato che i gravi casi di tromboembolia denunciati non avevano nulla a che fare con il vaccino".