Giandomenico Amendola, ottantenne giornalista barese, era euforico stamattina, gioioso come un bambino che sta per entrare al Luna Park. La sua città stava per inaugurare una nuova biblioteca.
"Non c'è città - affermava - senza una sua grande biblioteca. La stessa storia delle città è segnata da quella parallela delle biblioteche. Da quella di Alessandria e dalle numerose della Roma imperiale sino al buio del medioevo quando i libri venivano raccolti e protetti nei monasteri, lontano dalla città". Il mio pensiero è andato subito alle migliaia di libri della biblioteca di Squinzano inviati in esilio qualche anno fa perchè Villa Cleopazzo che li ospitava, doveva essere ristrutturata grazie ad un finanziamento milionario. A distanza di anni, i lavori pare siano stati ultimati e la biblioteca, con tutti i servizi annessi, sembra sia stata affidata per la gestione, a seguito di bando pubblico, ad un'associazione di Arnesano. Data di riapertura: non pervenuta. Nemmeno le associazione squinzanesi che avevano aderito al bando di partenariato (una decina in tutto) hanno notizie al riguardo. Guardare Villa Cleopazzo dal cancello esterno di Via Monte Grappa porta ad unico pensiero e ad un'unica domanda: sarà anche questa una cattedrale nel deserto come lo stadio comunale o il palazzetto dello sport? Noi speriamo proprio di no. Anche se di questi tempi la burocrazia ce la mette tutta per frenare i buoni propositi di chi amministra le città. E la nostra Squinzano, in questo, non fa certo eccezione. Attendiamo tempi migliori quindi. Perchè le biblioteche, come afferma l'amico collega Giandomenico, "non sono soltanto uno spazio per lo studio e per la lettura, ma sono soprattutto un luogo di incontro e di dialogo tra studiosi e cittadini, uno spazio dove le idee e le scienze possano crescere grazie al confronto". E di questo la nostra città, ora più che mai, ne ha davvero bisogno.