Simone sta meglio, presto l’abbraccio della sua città e della sua famiglia

di Roberto Schipa 02 Febbraio 2022

Le notizie più brutte sono quelle che corrono più velocemente. Se poi i protagonisti delle stesse vivono in un piccolo paese come Squinzano, dove quasi tutti si conoscono, mettono le ali e raggiungono proprio tutti.

Così le parole diventano interrogativi, poi speranze. Ma intanto sulla città cala improvvisamente il più profondo turbamento.
Vi raccontiamo solo ora questa storia perché finalmente ha un lieto fine.
Sabato 29 gennaio 2022, ore 10,00. Arriva la prima telefonata. La prima di una lunga serie. “E’ vero che è caduto un operaio da un’impalcatura?”, “Si sa chi è?”, “Ma come sta?”, “Com’è caduto?”, “E’ scivolato?”, “Ha avuto un malore?”, “Io l’ho visto da lontano - dice un altro - c’erano tante persone intorno, non ho avuto il coraggio di avvicinarmi, l’ambulanza ancora non era arrivata, mi hanno detto che si tratta di Simone Elia".
In pochi minuti la notizia rimbalza di bocca in bocca in un sabato freddo e nuvoloso di gennaio. Giorno di riposo per molti ma non per Simone, operaio e cittadino esemplare, amico di tutti, gentile e premuroso, disponibile e generoso. In genere si spendono questi aggettivi nei momenti difficili di una persona per tirargli su il morale e farlo sentire una bella persona. Non è questo il caso. Simone è davvero questo. Un uomo davvero speciale. Un grande lavoratore. E proprio mentre era al lavoro su un’impalcatura è caduto per strada a faccia in giù. I primi soccorsi sono stati dei colleghi che stavano lavorando con lui e che subito si sono resi conto della gravità della situazione ed hanno allertato i soccorsi giunti immediatamente sul luogo dell’incidente. Il destino ha voluto che la moglie Daniela si trovasse per un caso in prossimità del cantiere edile dove stava lavorando: “Minuti interminabili, ogni secondo sembrava infinitamente lungo, fino all’arrivo dell’ambulanza. Gli tenevo strette le mani rassicurandolo con tutto l’amore necessario per superare quei difficili momenti” . Chissà, forse è servito anche quello, la magia dell’amore spesso riesce a fare miracoli. “Poi sono arrivati i medici e gli infermieri – continua Daniela – che non lo hanno mollato per un attimo facendo tutto il necessario prima della corsa in ospedale. Comunicavano costantemente la situazione in ospedale dove già preparavano quanto necessario per intervenire. Devo dire che il personale sanitario è stato davvero straordinario”.
Da lì a poco con un intervento chirurgico di due ore è stato rimosso il grosso ematoma alla testa formatosi a seguito del violento impatto a terra. Poi il trasferimento al DEA per essere meglio monitorato. I medici non hanno sciolto subito la prognosi. Avevano bisogno almeno di 72 ore per capire quale poteva essere il decorso post-operatorio.
“Ma mi rendevo conto che tutto questo poteva non bastare” – continua Daniela – bisognava pregare e sapevo che le mie sole preghiere potevano non essere sufficienti. Non riuscivo a pregare da sola. Mi sono rivolta a Don Alessandro Scevola, parroco della Chiesa Madre ed agli amici Portatori di Statue, Associazione della quale fa parte Simone. Hanno pregato con me. Hanno chiesto alla Madonna di fare tutto il possibile per far tornare Simone presto a casa ed in salute. Voglio aggiungere che spesso si parla male della Sanità. Oggi io posso dire che tutti gli operatori sanitari sono stati eccezionali e li ringrazio di cuore”.
Fortunatamente e oltre ogni previsione Simone si è subito ripreso. Ha iniziato a respirare autonomamente. Ora sta bene. Non vede l’ora di riabbracciare i suoi amici, la sua città ma soprattutto i suoi cari. La sua splendida famiglia: la cosa più importante che un uomo perbene come Simone possa meritare al quale il destino ha voluto affidare una moglie amorevole e due figli stupendi.
Forza Simone, presto sarai a casa. Il 25 marzo si avvicina, la Madonna che tante volte hai portato con passione e devozione sulle tue spalle attende il tuo dolce sorriso e la tua carezza di ringraziamento.

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