Il 15 dicembre 2022, all’età di 73 anni, ci ha lasciato Pino Cocciolo. In tanti tra amici e parenti lo ricordano, fra cui Alessandro Serio, nostro caro amico, che è stato battezzato dallo zio Pino, e,
ancora incredulo per la sua dipartita, ha voluto affidare alla nostra redazione un ultimo saluto e una delle poesie più suggestive di Pino.
Commerciante storico di salumi e formaggi, Pino aveva una grande passione per la natura, forse alimentata proprio dal luogo in cui abitava: viveva nei pressi del Monastero di Sant’Elia diventandone uno dei maggiori conoscitori.
Proprio per valorizzare il Monastero, Pino divenne uno dei protagonisti della realizzazione del presepe vivente che fu realizzato nell’importante monumento e che attrasse tantissimi visitatori.
Altra sua grande passione fu la caccia. Su tale tema scrisse numerosi libri come "L 'ultimo canto delle cicale", “La mia caccia”, “I templari del magico Salento”, “La sosta del falco”, “Salento, ambiente e caccia in poesia” e “Dai trulli ai nuraghi”. Fu un grande conoscitore ed esperto del mondo agreste ed esperto di funghi, piante e di “pagghiare pugliesi” che lui amava fotografare, visitare e riportare alla luce come si evince nei suoi libri.
A compimento del suo sogno, cioè vivere di campagna e di caccia, negli anni passati diede vita al "Rifugio del Cacciatore" nei pressi del Sentiero della Salute, meta attrattiva, oltre che dei suoi amici cacciatori, anche dei bambini delle scolaresche del Nord Salento che visitavano il Rifugio.
E' stato, inoltre, ideatore e membro attivo della "Befana del Cacciatore" che ha riscosso, negli anni, molto successo tra bambini e famiglie coinvolgendo tutta la comunità Squinzanese e non solo.
Persona molto buona e genuina, ricordata con affetto da tanti e da tutti gli amici cacciatori, tanto che uno dei membri storici del gruppo, l’amico Gianni Centonze, gli ha dedicato una bellissima e commovente lettera di saluto.
Ciao Zio Pino, lo zio di tutti; sarai sempre con noi e nei nostri cuori.
“ALBERO DI ULIVO SECOLARE"
"Albero d' ulivo bello secolare
Su di te il tempo si è fermato.
Quanti uccelli si son fermati a giocare
nei tuoi rami hai raccolto e hai amato.
Sei tutto storto e pieno di buchi,
le tempeste e i venti ti hanno ritrattato!
Quanti brutti malanni hai avuto
ma tu eri forte e sano e non malato.
Quanti tordi nei tuoi rami han urlato
quante fucilate hai avuto,
ma tu sei felice di quel passato
adesso ti vedo incerto e dispiaciuto.
Hai amato tutta quanta la natura,
hai amato selvaggina e cacciatori.
Adesso ti viene il dubbio e la paura
di non vedere più gli antichi agricoltori.
Prima c' erano l' asino e l' agricoltore,
l' aratro ti accarezzava le radici.
Adesso ci sono le macchine a motore
che seminano sali, veleni e pesticidi.
Questo progresso ti sta distruggendo,
l' aria che respiri è avvelenata.
Vecchio secolare ulivo stai morendo,
hai tanta nostalgia delle vecchie annate.
Adesso hai paura dell'Avvenire
sai che stiamo andando in un baratro.
Invochi il creatore di farci capire
di ritornare all' agricoltore, all' asino e all' aratro.
Solo cosi ti tornano gli ardori,
solo così possono ritornare
tordi, tutti i selvatici e i cacciatori.
Albero d' ulivo bello secolare!”.