"Shalom". E' una parola ebraica che significa pace, completezza, prosperità, ciao, arrivederci o stare bene. Una sola parola per descrivere tutto ciò di cui oggi, come non mai, abbiamo bisogno.
Forse ce ne accorgiamo solo ora, quando tutto quello che abbiamo inizia ad essere minacciato perdendo ogni certezza. Pace, allora, la vogliono tutti. La cercano gli adulti, la implorano i poeti, la predicano i sacerdoti, la disegnano e la sognano i bambini. Proprio loro, infatti, sono i più grandi sostenitori della pace, ne apprendono il significato a casa, in chiesa, a scuola. Questa, forse più di tutte, si impegna quotidianamente in un compito educativo tra i più importanti, quello di formare e aiutare a crescere le nuove generazioni. Lo sanno bene le insegnanti della scuola materna "Maria De Simone" affiliata FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), di Squinzano, dove i bambini dai 3 ai 5 anni, guidati dalle maestre Stefania Daga, Silvia Daga e Suor Marta Campas, hanno partecipato ad un progetto per la pace che ha visto tutte le scuole affiliate Fism vivere una settimana dedicata alla pace, tra letture, riflessioni, lavori, disegni, preghiere e racconti, aderendo alla richiesta di Papa Francesco. L'istituto, con il dirigente Don Alessandro Scevola e la Responsabile Suor Leonor Mendez, ha dato via al progetto lo scorso 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, con la lettura della poesia "Promemoria" di Gianni Rodari, alcune domande stimolo per riflettere e un momento di preghiera condiviso. Nei giorni a seguire, le insegnati hanno sottolineato il concetto secondo il quale "ognuno deve fare la sua parte", spiegato attraverso il racconto della leggenda africana del colibrì, fino alla costruzione dell'Arca di Noè, dell'Angolo della Pace o alla spiegazione del significato del simbolo dell'arcobaleno. I bambini hanno inoltre partecipato ad iniziative ed esperienze di ogni tipo, come racconti, giochi motori, conversazioni, lettura di altre poesie, creazione di disegni e momenti di condivisione. Fondamentale anche l'invito rivolto alle famiglie di fermarsi a pregare anche a casa, con la recita di una poesia di Gianni Rodari quanto mai attuale "La luna di Kiev": "Chissà se la luna di Kiev è bella come la luna di Roma, chissà se è la stessa o soltanto sua sorella…Ma son sempre quella!– la luna protesta – non sono mica un berretto da notte sulla tua testa! Viaggiando quassù faccio lume a tutti quanti, dall’India al Perù, dal Tevere al Mar Morto, e i miei raggi viaggiano senza passaporto”. Piccoli operatori di pace, quindi, hanno cantato, desiderato, cercato, giocato e disegnato la pace, in attesa che "i grandi" comprendano l'orrore della guerra e la bellezza di una comunità fatta di persone libere, sicure e felici.