Reduci da un periodo di isolamento, lontananza e separazione, l'incontro di ieri in Piazza San Nicola ha rappresentato una specie di vittoria per tutti i presenti, uniti in un momento particolarmente toccante e suggestivo.
Si è svolta, infatti, nella Piazza intitolata al patrono di Squinzano, una manifestazione per la pace organizzata da Totem Giornale, Città di Squinzano, Amministrazione comunale, Circolo Pro Feste San Nicola e Parrocchia San Nicola guidata da Don Alessandro Scevola, insieme a tante associazioni locali: Azione Cattolica, Agesci, Presidio Giovanile Squinzanese, Parrocchia Maria Regina, Parrocchia Santa Maria delle Grazie, Associazione Malachianta, Pro Loco Squinzano marina di Casalabate, Pro Loco Squinzano, UAS- Unione Attività Squinzanesi, Ordine Francescano secolare squinzanese. Oltre ad un folto gruppo di cittadini e fedeli, presenti in Piazza anche i minori stranieri non accompagnati del Consorzio Matrix- Soc. Coop. Sociale "Ad Astra" dei Comuni di Squinzano e Campi Salentina, uniti per gridare il loro desiderio di pace. Ha usato proprio queste parole il parroco Don Alessandro, che dal sagrato della Chiesa ha parlato così ai presenti in piazza ma anche ai tanti cittadini che hanno assistito da casa alla manifestazione, seguendola in diretta sulla pagina di Totem Giornale: "In questi giorni ci ritroviamo a riflettere e a ripensare al valore e al dono della pace, la stessa che oggi invochiamo per intercessione di San Nicola, da sempre ponte tra Occidente e Oriente. E' significativa la presenza qui, oggi, di tanti bambini con un solo desiderio comune, e di tanti giovani che, a modo loro, hanno vissuto il dramma di lasciare la propria terra sfidando mille ostacoli per un futuro migliore, affrontando guerra e discriminazione".
Dopo un momento di preghiera e la lettura dell'intervento della Commissaria Prefettizia Dott.ssa Beatrice Agata Mariano, i presenti hanno ascoltato in religioso silenzio la poesia di una bambina, rappresentante di tutto il mondo dell'infanzia, voce, in quel momento, anche dei bambini ucraini provati dalla guerra: "Ho dipinto la pace. Avevo una scatola di colori, brillanti, decisi, vivi. Avevo una scatola di colori, alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso, per il sangue dei feriti, non avevo il nero, per il pianto degli orfani, non avevo il bianco, per le mani e il volto dei morti. Non avevo il giallo, per la sabbia ardente, ma avevo l'arancio per la gioia della vita, e il verde per i germogli, e il celeste dei chiari cieli splendenti, e il rosa per i sogni ed il riposo. Mi sono seduta e ho dipinto la pace".
"Vogliamo la pace", quindi. Sembrano parlare i disegni dei tanti bambini presenti in Piazza, che hanno scritto su un foglio i loro pensieri e desideri più innocenti, giusti e autentici. Desideri comuni, condivisi, che si uniscono a quelli dei tanti giovani accolti nel nostro territorio, in fuga da una vita ingiusta e da un destino poco clemente. Grande l'emozione, poi, durante la lettura di una poesia da parte di uno di loro, recitata sia in arabo che in italiano, racconto di una vita che sembrava persa ma che rinasce grazie al potere dell'accoglienza. "Ho sentito la notizia di una guerra contro i fratelli dell'Ucraina. Dopo averlo letto sui social, il mio tempo si è fermato ed in quell'attimo la mia mente ha fatto ritorno nel mio paese di origine. Sento ancora quei colpi di fucile, la gente urlare, piangere, scappare e rifugiarsi nei luoghi che li potessero proteggere e che potessero profumare di dignità. Una guerra dove l'uomo che non ha nessuna colpa della battaglia tra potenti è costretto a difendere la propria vita, la propria libertà. La libertà stessa per la quale io e tanti miei connazionali abbiamo deciso di fuggire, di superare i confini della nostra terra per vedere qualche raggio di sole nella nostra vita. Dov'è l'uomo quando c'è bisogno di un abbraccio? Dov'è l'uomo quando un bambino con le lacrime agli occhi implora la pace? La guerra porta solo dolore, rabbia, tristezza. Da quando sono arrivato in Italia la mia vita è cambiata. Sono passati due anni e tra qualche giorno lascerò questo bel paese per andare a cercare altrove il mio futuro. Non finirò mai di ringraziare la mia famiglia italiana, a loro devo tutto. Mi hanno preso per mano sin da subito e mi hanno condotto sulla strada della speranza, della felicità. Grazie a loro ho avuto una crescita professionale e sociale e ovunque andrò saranno sempre la mia guida. Auguro questa mia felicità a tutti coloro i quali adesso ne sono alla ricerca, ai miei fratelli Ucraini che hanno bisogno di sentirsi al sicuro. A loro dico: non arrendetevi mai, lottate con tutte le vostre forse per la libertà e vi assicuro che un giorno sarete felici come oggi lo sono io". Uno scroscio di applausi ha poi accompagnato il momento di preghiera a San Nicola e la richiesta di aiuto da parte di Don Alessandro affinché ci possa essere, lì dove possibile, "un'accoglienza allo stato puro per tutti i profughi ucraini che scappano dall'orrore della guerra".
Una giornata di condivisione e fratellanza, insomma, quella di ieri, che ha visto la comunità riunita ai piedi del Patrono addobbato con i colori dell'Ucraina, forte messaggio di vicinanza e solidarietà, e che si è conclusa sulle note di "We are the world", canzone che ha cullato l'abbraccio fraterno dei giovani extracomunitari e dei bambini di Squinzano, uniti in un momento perfetto senza divisioni e distanza alcuna.