Questo era in sintesi San Vincenzo Ferreri, canonizzato da Callisto III a Roma, dopo ben 80 miracoli compiuti, curando e salvando malati, indemoniati, peccatori eretici, resuscitando morti o convertendo i non-cristiani: secondo i suoi agiografi “era un miracolo quando non faceva miracoli”.
Attraversò, durante la sua vita, tra il XIV e il XV secolo, tutta l'Europa a piedi. I suoi scritti divennero utile strumento per la formazione e l'evangelizzazione di intere generazioni di religiosi. Ogni anno Squinzano, attraverso i soci del Circolo Pro Feste "San Vincenzo Ferreri", sito in Piazza Plebiscito, rende omaggio ormai da secoli al Santo Compatrono della Città; la storia locale vuole che l'introduzione del culto al Santo si debba alla potente e nobile famiglia degli Erriquez. Quest'anno, a causa della pandemia, le celebrazioni sono ridotte all'essenziale: non si terrà, infatti, neanche la Tradizione e suggestiva processione in Suo onore.
La statua realizzata in legno e cartapesta tra il XVIII e il XIX secolo, rappresenta il Santo dall'aspetto giovanile in piedi mentre impugna nella mano sinistra un crocifisso e rivolge la destra in alto, indicando la gloria celeste, con sulle spalle le ali di angelo dell'Apocalisse.
Il simulacro è stato traslato domenica 23 maggio dai fedeli soci dell'Associazione squinzanese "Portatori di Statue", dalla Chiesa di San Giovanni dove si trova tutto l'anno, in Chiesa Madre, addobbata a festa, dove è stato intronato su un ricco tosello e dove nei giorni 26, 27 e 28 maggio si terrà un Triduo devozionale in Suo onore. I riti religiosi e liturgici si concluderanno sabato 29 maggio, alle ore 19, in Chiesa Madre, con una Solenne Celebrazione Eucaristica.