Ci sono notizie che scaldano il cuore, soprattutto quando, sulla base di ciò che sappiamo, avvengono molto raramente.
Siamo abituati, infatti, a vivere la fede un pò in maniera astratta, partecipando alla Santa Messa, a volte, solo come spettatore, e in alcuni casi, anche distrattamente. Invece, quando le mani si impastano, quando si diventa operosi, laboriosi e concretamente partecipativi, è tutta un'altra storia. Come quella che ha visto un gruppo di fedeli e volontarie della comunità squinzanese, diventare in prima persona "produttrici artigianali di particole", somministrate ai fedeli durante il rito della comunione. Ad assistere alla scena, rimanendone molto colpito, come spiegherà lui stesso, il concittadino Paolo Andriani, che non ha esitato ad immortalare il tutto, rendendo fruibili alla cittadinanza le immagini di una comunità attiva, impegnata, industriosa, che più è vicina al parroco, e più è vicina a Dio.
"E' iniziato tutto per caso, niente di programmato- racconta Paolo-. Alla vigilia di Pentecoste, il Direttore di PortaLecce, Vincenzo Paticchio, mi ha chiamato per fotografare la tela raffigurante la discesa dello Spirito Santo, esposta nella Chiesa Matrice. Ultimati gli scatti, sono andato a salutare don Alessandro e don Francesco. Passando dalla canonica, da una porta socchiusa, ho chiesto di entrare. Don Alessandro mi ha risposto, invitandomi a raggiungerlo nei locali adibiti a cucina. La scena che si è presentata ai miei occhi mi ha riempito di stupore e ho sentito forte il desiderio di fermare con la macchina fotografica quegli istanti straordinari e densi di emozione. Il contesto era quello di altri tempi. Alcune donne, che successivamente ho appreso essere delle volontarie, in compagnia delle suore erano assorte nella preparazione artigianale delle particole per l’Eucaristia. Detto in questi termini, si direbbe la cronaca di un ordinario servizio reso alla Comunità da laiche e religiose. Invece, nei miei occhi si sono impresse immagini di straordinaria intensità che non possono essere relegate alla quotidianità delle attività parrocchiali. L’intesa tra le donne al lavoro, lo zelo, la cura, la grazia delle loro mani alle prese con strumenti artigianali di foggia secolare, mi hanno persuaso che non potevo tenere tutto per me l’incanto e lo stupore dell’antica cucina della canonica. Due erano addette al fornello, una versava il preparato con un piccolo mestolo, l’altra chiudeva le piastre roventi in attesa che fossero pronte ed altre due ritagliavano le particole ottenute: quelle grandi per la mensa eucaristica e quelle piccole destinate alla distribuzione nell’assemblea. La comunione fraterna era viva in ogni sguardo, in ogni gesto. Per un attimo sono tornato ai ricordi dell’infanzia, al sentimento religioso, all’atmosfera di fraternità che avvicinava nonni, genitori e figli nella preparazione delle conserve e dei dolci in prossimità delle maggiori feste liturgiche dell’anno. Don Alessandro mi ha informato che anche un altro gruppo di donne si occupa abitualmente della preparazione delle particole. Così apprendo che le donne che ho visto in Chiesa Madre abitualmente operano a Mater Domini. Nei giorni scorsi - continua Andriani- su indicazione di Don Alessandro, ho assistito alla preparazione delle particole ad opera dell’altro gruppo. Ho assistito alla preparazione della miscela di farina e acqua e insieme a me, era presente un gruppo di spettatori privilegiati, i bambini che si preparavano alla Prima Comunione, insieme alla loro catechista. La preparazione del composto richiede farine di grani selezionati e antichi, donate da parrocchiani; i tempi sono lunghi e le fasi del processo, lente e sapienti, sotto la guida delle mani esperte delle religiose e delle laiche. Una volontaria ha riferito di essere stata introdotta a questa arte antica dalla sorella di un prelato che per oltre 60 anni aveva preparato le particole per i comuni viciniori. Inoltre, i ritagli scartati non vanno buttati, ma vengono distribuiti a piccoli e grandi. Insomma, una grande emozione che merita di essere condivisa".
Don Alessandro, al suo arrivo a Squinzano, ha ritenuto necessario e doveroso riprendere quest’antica consuetudine a sigillo di un pane eucaristico, frutto delle mani dell’uomo. Un progetto di non facile realizzazione perché la produzione delle particole richiede strumenti specifici e costosi. "Mi sembrava molto bello, nonostante le difficoltà,- dichiara don Alessandro Scevola- porre sull'altare il pane eucaristico frutto delle mani dell'uomo, così come solitamente cantiamo nei canti di offertorio. Ma per la produzione delle ostie servono macchina particolari e sofistiche, poco commerciali e dal costo elevato. Perciò, in occasione della festa della mamma, abbiamo promosso una raccolta fondi attraverso la vendita di alcune lavagnette, il cui ricavato sarebbe servito all'acquisto degli attrezzi necessari. Ma subito dopo la condivisione di tale iniziativa sui social, sono stato contattato dal Padre Passionista e superiore del Convento di Novoli, Padre Luca, che mi ha comunicato l'intenzione di donarci una macchina specializzata, in su possesso, per la produzione delle particole. Una notizia che mi ha lasciato meravigliato e felice. Successivamente, poi, siamo venuti a conoscenza che anche una parrocchiana della Chiesa Madre custodisce in casa propria una di queste macchine, ai tempi appartenuta anche a don Antonio Caricato e non utilizzata, ancora più antica di quella donata da Padre Luca".
"Abbiamo, perciò, preso entrambe le macchine insieme ad una taglierina, l'attrezzo per tagliare le particole, e abbiamo creato un gruppo di volontarie, sia in Chiesa Madre che a Mater Domini, che all'occorrenza producono le ostie per le due parrocchie e per il Santuario. E' una bella cosa, perchè la comunità oltre a sentirsi più coinvolta e responsabile, può assaporare l'odore del pane fragrante, ritrovandovi un profumo ed un sapore di comunità, famiglia, comunione e genuinità"- conclude don Alessandro. "Ho ricordato, infine, anche quando il mio vecchio parroco don Nicola Leone dava ai chierichetti i ritagli delle particole, ed è stata una sensazione bella, piacevole e toccante"- dice infine Paolo Andriani, proiettato in un dolce ricordo senza tempo che ha messo a disposizione di un'intera comunità.