E’ stato cancellato il volto di Nicola Arigliano dal muro del palazzo che lo ospitava dal luglio del 2019 all’ingresso della marina di Casalabate.
L’immobile è stato interessato da lavori di ristrutturazione e l’intera facciata del palazzo è stata ridipinta.
Addio quindi a Nicola Arigliano? Nemmeno per sogno.
I suoi estimatori, ma soprattutto gli appassionati di jazz, sono già al lavoro per rimediare alla grande perdita. E sinceramente anche noi, come tantissimi altri cittadini che frequentano la marina di Casalabate, non ce la sentiamo ad arrenderci. E non soltanto perché ci eravamo abituati a quel volto un po' sfacciato e strafottente che ricordava il crooner squinzanese, forse il primo per eccellenza della canzone italiana. Ma perché vorremmo che Nicola tornasse ad essere il simbolo dell’accoglienza dei bagnanti che scelgono la nostra marina. Sia quelli che da giugno a settembre dimorano in maniera fissa sia quelli che vanno su e già dal paese percorrendo “venti chilometri al giorno” proprio come ricordava Nicola nella sua canzone datata 1964 e scritta dal grande Mogol con musica di Pino Massara.
Erano stati i comuni di Squinzano e Trepuzzi a far diventare la marina di Casalabate un vero e proprio distretto d’arte contemporanea. CAD – Casalabate Art District, realizzò per le vie della marina un’officina creativa a cielo aperto. Dal 24 al 28 luglio del 2019, 29 artisti urbani provenienti dall’Italia, Grecia, Spagna, Austria, Albania, Brasile e Svizzera, diedero vita a maestosi murales sulle facciate di diversi edifici.
I murales, dedicati all’immaginario legato al mare e a noti esponenti della musica popolare come Renzo Arbore, Uccio Aloisi (il padre della pizzica), Lucio Battisti, Albano e Romina, hanno regalato quella vivacità e quel tocco di spensieratezza in più che i nostri villeggianti meritano e che è legata soprattutto ai ricordi di chi ha vissuto Casalabate sin dalla sua fanciullezza.
E il posto d’onore era stato riservato proprio a lui. A Nicola Arigliano.
Un interprete di grande successo del panorama della musica leggera italiana che ha riscosso nella sua lunga carriera lusinghieri apprezzamenti anche come cantante di jazz.
Un personaggio amato ma anche spesso criticato per il suo carattere scontroso e apparentemente arrogante. Ma Nicola era così. Un genio incontenibile che se aveva da dire qualcosa, anche di fastidioso per qualcuno, non se la teneva certo dentro. Un personaggio che ha fatto grande la sua città e che non le ha riservato ciò che davvero meritava.
Ma tempo ne abbiamo ancora per rimediare.
Nicola Arigliano era nato a Squinzano, il 6 dicembre 1923. Lasciò il suo paese ancora bambino soffrendo e faticando tanto prima di arrivare al successo. Un uomo duro e testardo che si è costruito da solo. Che ha fatto delle sue passioni, del suo istinto e della sua predisposizione alla musica, le uniche armi per diventare un grande artista. Nicola Arigliano morì a Calimera il 30 marzo del 2010.
Il suo corpo riposa nel cimitero della sua città natale. Sulla sua tomba un epitaffio: “La vita è come il jazz, se si improvvisa viene meglio”. Come dargli torto.