Fu trovata senza vita, il 9 settembre del 2011, in un canale nei pressi di San Martino Buon Albergo, a Verona, e da allora la madre non si da pace né una spiegazione.
Giovanna Tafuri Lupinacci, allora 44enne, originaria di San Pietro Vernotico ma trasferitasi con il marito e il figlio a Verona dove lavorava come cameriera, pare soffrisse di depressione e quando fu trovata morta, incastrata tra le griglie di un canale coperto da erba e vegetazione, in stato di saponificazione e con qualche lesione agli arti inferiori, si parlò di suicidio, tanto che la Procura di Verona chiuse quasi subito il caso.
Ma la mamma della donna, non smette di combattere e continua a chiedere, come ha fatto in tutti questi anni, che il caso della figlia venga riaperto, in quando non avrebbe mai creduto che la donna abbia messo volontariamente fine alla sua vita, raccogliendo nel tempo testimonianze e piccoli elementi a sostegno della sua tesi. E adesso il triste caso di cronaca nera arriva nelle mani della criminologa Roberta Bruzzone, nota per le sue apparizioni in tv in molti programmi e talk show come “Porta a Porta”, contattata dalla madre della vittima, per far luce sul fatto. La Bruzzone, che collaborerà insieme alla collega Isabel Martina, avrebbe ritenuto opportuno riesaminare il caso, dichiarando che si sposterà su Verona insieme all'avvocato per fare tutte le indagini necessarie, approfondendo elementi e dettagli, alcuni conosciuti dalla madre, che finora si pensa siano stati notevolmente trascurati.