Avrebbe compiuto il secolo di vita tra qualche mese, ma purtroppo Pietro Verrienti, nato a marzo del 1918, si è spento alla veneranda età di 99 anni e qualche mese.
Si sono celebrati ieri pomeriggio, 18 ottobre 2017, i funerali del soldato Verrienti, di San Pietro Vernotico, sopravvissuto alla deportazione nazista, di cui era considerato l'ultimo testimone vivente, e il quale, pochi mesi fa, è stato insignito della medaglia al valore da parte del Prefetto di Brindisi. Si arruolò nell'Esercito Italiano, nel corpo dei bersaglieri, quando, quasi ventenne, prese parte al secondo conflitto mondiale; suo compagno fedele: il cappello piumato dal quale non si è mai separato, portato con orgoglio e fierezza anche durante la disumana e triste esperienza vissuta nel campo di concentramento tedesco Dachau, dove arrivò il 9 settembre del 1943, un giorno dopo l'armistizio, per essersi rifiutato di far parte della Repubblica di Salò. Qui imparò a parlare diverse lingue, distinguendosi per la capacità di negoziare, dialogare un po' con tutti, e proteggere i suoi connazionali.
Premi, medaglie e riconoscimenti vari, hanno costellato la vita del quasi centenario, che ha svolto il lavoro di vigile urbano, fino al giorno della sua pensione. Un uomo d'un pezzo, un signore d'altri tempi, per cui il lavoro, l'obbedienza, i sacrifici, l'orgoglio, l'onore e lo spirito patriottico, erano valori in cui credere fermamente e da portare avanti contro ogni avversità; un pezzo di storia che se ne va e a cui la comunità di San Pietro Vernotico ha detto addio nella giornata di ieri.
Dopo due anni di prigionia, il soldato Verrienti potè tornare nella sua città, il piccolo Comune brindisino, dove è morto, lasciando amici, parenti, conoscenti e il figlio Franco, dal quale era stato accudito in questi anni.
Toccante ed emozionante il suo ultimo viaggio, sulle note della fanfara e alla presenza, tra gli altri, di alcuni rappresentanti delle sezioni bersaglieri d'Italia di San Pietro V.co e Cellino.