È una storia torbida e raccapricciante quella che vede protagonista un sacerdote, residente in un Comune vicino Lecce, e un’adolescente di circa 13 anni insieme alla madre.
La storia avrebbe avuto inizio, secondo le indagini, verso la fine del 2016 e sarebbe durata circa sei mesi: per tutto questo tempo, il prete avrebbe molestato la ragazzina, con palpatine, toccatine, obbligandola ad osservarlo mentre si masturbava, e “invitandola” ad avere rapporti sessuali completi, nonostante da una visita ginecologica effettuata non sembrerebbero esserci segni di violenza. Una storia impressionante, nella quale è stata coinvolta anche la madre della minore, (che avrebbe avuto una storia clandestina con il sacerdote) indagata per violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne e false informazioni al pubblico ministero, e la nonna della ragazzina, accusata solo di aver fornito false informazioni al pm.
Ma ieri, per ‘insufficienza di elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari’, è stata avanzata la richiesta di archiviazione del procedimento nei confronti dei tre imputati; elemento determinante per la richiesta di archiviazione sarebbe stata poi una testimonianza della minorenne, che, in un secondo momento, avrebbe ritrattato quanto dichiarato in precedenza. La ragazza, che dopo i fatti era stata accolta in una Comunità Educativa, avrebbe raccontato all’educatore, alla psicologa e alla psicoterapeuta di aver accusato ingiustamente il sacerdote, poi sospeso dalla Curia, solo perché accecata dalla rabbia dovuta al fatto che la madre la trascurasse dando tutte le sue attenzioni al prete con il quale, dopo la fine dei rapporti con il marito, avrebbe intrattenuto una relazione, continuata poi anche dopo l’avvio delle indagini, nonostante avesse detto al pm di aver chiuso la storia.
Il legale del padre della ragazzina, adesso, dopo la decisione del Pubblico Ministero, ha deciso di presentare opposizione contro la richiesta di archiviazione del caso.