E' forse una delle paure più grandi di una madre al momento del parto, e purtroppo a volte accade davvero. Lo scambio di neonati in culla, infatti, è un fenomeno tristemente noto,
e il caso di oggi racconta della storia di una famiglia pugliese, precisamente di Canosa, che per 23 anni non ha potuto stare insieme alla propria figlia. Una storia assurda e dolorosa che, sebbene non potrà mai restituire ai protagonisti la vita e i momenti perduti, ha oggi un nuovo sviluppo con la sentenza del Tribunale di Trani che prevede il risarcimento da parte della Regione Puglia alla madre e al padre con 215 mila euro, e 81 mila euro al fratello per non aver potuto vivere il legame con la sorella. La ragazza, invece, dovrà essere risarcita con una somma pari a mezzo milione di euro, anche in virtù del fatto che la famiglia alla quale era stata data (per errore) l'avrebbe poi abbandonata in un orfanotrofio.
I fatti sono accaduti nel giugno del 1989 nell'Ospedale di Trani dove le due sono state appunto scambiate nella culla, (forse perchè non indossavano il braccialetto identificativo) ma il tutto è stato scoperto solo nel 2012 attraverso alcune foto postate su Facebook dalle quali emergeva una straordinaria somiglianza tra le donne coinvolte. A darne la certezza, poi, il test del Dna che ha portato a galla l'accaduto chiarendo, sfortunatamente, i dubbi delle madri.