Interpellanza parlamentare del Comitato "Uno di Noi- Pro Eridano": non chiudete la nostra struttura

a cura della 28 Maggio 2021

Riceviamo e interamente pubblichiamo un comunicato inviato da Manuela De Leonardis, presidente del Comitato "Uno di noi- Pro Eridano", sul delicato tema della disabilità

e sulla nuova legge regionale che ha definitivamente abrogato le strutture di tipo residenziale per disabilità psichiche.

"Scrivo per conto del costituendo Comitato "Uno di noi- Pro Eridano", composto al momento dai tutori e familiari di persone con disabilità psichiche ospiti della struttura "Eridano dopo di noi Onlus" in Brindisi. Faccio presente che il regolamento regionale interessa tutte le strutture simili e tutti gli ospiti di queste strutture in Puglia. Abbiamo effettuato una raccolta firme e al momento della estrapolazione del file allegato erano mille e dieci firme (1010). Vi spiego con il testo sotto quanto accade e spero possiate provvedere ad effettuare una interpellanza parlamentare o qualsiasi altra azione utile allo scopo. Non vogliamo essere soli in questa battaglia e non abbiamo ancora avuto il supporto necessario da nessun ente, cooperativa o altro per porre all'evidenza mediatica o del Consiglio Regionale Pugliese, che quanto fatto porterà un danno irreparabile ai nostri cari.

Con programma regionale “Dopo di noi”, un percorso di “affrancamento” dalla famiglia d'origine per le persone con disabilità previsto dalla Legge 22 giugno 2016, n. 112 “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno famigliare", le comunità socio-riabilitative potevano rispondere all’interrogativo dei famigliari sul problema del “dopo di noi, mediante la promozione e l’integrazione sociale dei cittadini attraverso la gestione dei servizi sociali orientati in via prioritaria alla risposta dei bisogni di accoglienza residenziale, cura e assistenza di persone con disabilità non autosufficienti.

Dal 2013 la struttura "Eridano dopo di noi" ha accolto in forma stabile persone il cui disagio psichico o fisico impedisce la completa autonomia, portando avanti un progetto di residenzialità attiva. Il coinvolgimento degli ospiti in progetti ed attività, oltre che perseguire l'inserimento sociale e lavorativo degli stessi, ha avviato percorsi di autonomia che hanno portato ad una vita sempre più autodeterminata ed indipendente.

Sebbene la Comunità abbia avuto come priorità quella di dare una risposta concreta alla richiesta di “Dopo di Noi” previsto dal programma regionale, la nostra Comunità ha dimostrato come in regime di residenzialità è possibile ottenere risultati di riabilitazione sociale di gran lunga superiori a quelli offerti da percorsi limitati ad alcune ore giornaliere o settimanali. Questo perché, a volte, il contesto familiare e le strutture sociali di riferimento, spesso, approcciano la persona con disabilità con una modalità puramente assistenziale che spesso limita ed intralcia il proprio percorso riabilitativo. La Comunità ha permesso un percorso di crescita, in termini di autonomia e di aspirazioni e di realizzazione personale, facendo in modo che la struttura residenziale non rappresenti un parcheggio ma un'apertura verso un percorso di vita sempre più consapevole ed attivo. Abbiamo fatto i tornei di calcetto, le gite al mare, le vacanze in campeggio, il teatro, le ceramiche, abbiamo imparato a curare i fiori, a prenderci cura degli animali, eravamo una bella comunità.

Nel mese di marzo 2021, però, la regione Puglia, con regolamento regionale, ha definitivamente abrogato le strutture di tipo residenziale per disabilità psichiche. A seguito di tale abrogazione immediata ed urgente, gli ospiti sono costretti a dover individuare una RSA ordinaria per il trasferimento repentino e nelle more sono ancora accolti in una struttura che per Regolamento regionale, non ha ragione di esistere, non avrà fondi e non può ospitare più nessuno dei disabili che ha accolto per anni. Gli ospiti, tutti giovani e senza gravi patologie fisiche primarie, ma affetti da patologie psichiche, saranno ospitati e trattati come tutti i disabili fisici, anziani in strutture che forniscono solo cure mediche e non svolgono ruoli di educatori con progetti dedicati alla integrazione di queste persone.

Questo avviene solo in Puglia- si legge ancora nel comunicato-, mentre le altre regioni ampliano i servizi per disabili e il progetto "Dopo di noi".

Chiediamo, quindi, che il Governo intervenga per indicare quali sono stati i parametri medici, economici e di congruità con cui la Regione Puglia ha deciso di abrogare questa tipologia di strutture e fornire a noi cittadini pugliesi e cittadini italiani, una motivazione valida per cui il diritto alla salute in Italia non è esteso a tutti nello stesso uguale modo. Riteniamo il regolamento una violazione all'art. 32 della Costituzione che recita così: 'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana', e noi riteniamo che tale regolamento, invece, abbia imposto dei limiti al rispetto della persona, non fornendo ai disabili psichici pugliesi eguale trattamento di tutti gli altri disabili italiani".

Redazione

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