La sensazione di non capirci nulla in tema di chimica molecolare svanisce nel momento in cui si accede nell’Aula Consiliare della Provincia di Lecce dove, la nutrita presenza di studenti, di Autorità e di addetti ai lavori, fa intuire il fascino dell’argomento e, ancor più, della “persona” che di lì a poco terrà il suo discorso, ed incoraggia l’intento di comprendere.
Premio Nobel per la chimica nel 2016, Sir James Fraser Stoddart, scienziato, parla in seno ad un Simposio internazionale, organizzato a Lecce a palazzo dei Celestini (dal 2 al 6 giugno a confronto 700 scienziati da 43 Paesi del mondo), ed espone in modo semplice la sua eccezionale scoperta: l’illustre ricercatore, noto a livello mondiale, si è guadagnato il Nobel per la produzione e progettazione di macchine molecolari. In altri termini Sir James Fraser Stoddart è riuscito a sintetizzare molecole assemblate meccanicamente (le cosiddette nanomacchine, come, ad esempio, i rotassani costituiti da una molecola a forma di filo che è inserita in un’altra molecola a forma di anello) e per ciò utilizzabili come dispositivi meccanici, simili alle macchine del mondo macroscopico, le quali agiscono sotto stimoli chimici elettronici o ottici. L’importanza della scoperta, di portata straordinaria, risiede nel fatto che queste nanomacchine fungono da interruttori molecolari, sensori, attuatori, amplificatori o motori utili sia a livello tecnologico che in ambito medico e farmacologico laddove potranno essere concepite cure strutturate e personalizzate nella lotta contro i tumori. Al termine della giornata congressuale di ieri, palpita il cuore solo a sostare qualche secondo accanto ad un Uomo di singolare intuito scientifico (che sin da bambino manifestò interesse per i puzzle e per l’assemblaggio di macchine agricole) e dalla carica umana inestinguibile. Svanisce quel senso di inadeguatezza culturale provata all’inizio per cedere il passo alla consapevole certezza di poter fare della propria vita una Missione: “Fate la Vostra cosa” e cioè fate quello in cui credete, dice ai giovani, e “Nella vita scegliete un grosso problema da affrontare” incoraggiando ciascuno di noi al perseguimento di uno scopo forte e utile per l’umanità.