In occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, nata per sensibilizzare sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, il Centro per la Cura e la Ricerca sui Disturbi dell’Alimentazione di ASL Lecce
ha aperto le sue porte alla città con laboratori di arte, musica e danza e con testimonianze di pazienti, familiari e operatori. L’evento è stato occasione per rilanciare il futuro del Centro, unico Centro dedicato ai disturbi alimentari della Regione Puglia a erogare interventi intensivi e multidisciplinari sia in regime ambulatoriale che in regime di day hospital.
Il Centro, attivo dal 1998, eroga attività diagnostica, terapeutica e riabilitativa, di ricerca clinica, eziopatogenetica e dei trattamenti appropriati ed efficaci, attività di formazione, informazione, prevenzione e sensibilizzazione. E si avvia a una nuova fase. Il Piano Fondi DNA della Regione Puglia, che è stato avviato il 1 ottobre 2022 e si concluderà il 30 settembre 2024, ha individuato come obiettivo strategico prioritario la creazione di un Hub di riferimento regionale che comprenda tutti i livelli di cura compresi quelli più intensivi h24. In cantiere quindi l’Hub per la gestione dei casi più gravi e complessi, con una residenza stabile per pazienti all’interno del Vito Fazzi e dei centri di cura territoriali per le stabilizzazioni e i trattamenti più lievi. Una presa in carico totale quindi, ambiziosa e pionieristica nella nostra Regione. “Il nostro Centro per la Cura e la Ricerca sui Disturbi dell’Alimentazione da più di vent’anni opera sul territorio regionale occupandosi anche della gestione dei casi più gravi e complessi - ha commentato il Direttore generale Stefano Rossi - abbiamo maturato la competenza e l’esperienza necessaria per attivare i posti letto di riabilitazione intensiva ospedaliera, previsti nel Documento di Indirizzo del Ministero della Salute, necessari per consentire interventi ad alta intensità diagnostica-terapeutica-riabilitativa da attuare con programmi ad alti gradi di assistenza tutelare per i casi più gravi caratterizzati da instabilità clinica protratta”.
“La Pandemia ha provocato un aumento dell’incidenza dei DNA, che si sono diffusi con notevole rapidità soprattutto tra giovani e giovanissimi" - ha commentato la Responsabile del Centro per la Cura e la Ricerca sui Disturbi dell’Alimentazione Dottoressa Caterina Renna - l’aumento del disagio psichico si è tramutato in alcuni casi in un vero e proprio disturbo e ha determinato il riacutizzarsi di disturbi pre-esistenti. Nel campo dei DNA, tra coloro che erano in trattamento, si è assistito a un peggioramento della sintomatologia specifica e aspecifica. Siamo quindi al lavoro da un lato per potenziare l’attività ambulatoriale integrata e multiprofessionale per un efficace percorso diagnostico-terapeutico e dall’altro per poter chiudere il cerchio riuscendo a includere i livelli di cura più intensivi h24”.
Un monito speciale è giunto dai familiari dei pazienti e delle pazienti che hanno invitato tutti i genitori coinvolti a non colpevolizzare i propri figli, a non abbattersi, a chiedere aiuto e soprattutto a seguire con cura, perseveranza e speranza i consigli e le terapie prescritte dal Centro.