Un atto di speranza per gridare un forte No alla guerra. La comunità di Campi Salentina si ritrova unita per manifestare contro l’attacco militare in Ucraina da parte della Russia.
Un incontro voluto dall’amministrazione comunale, che si è svolto ieri pomeriggio, in un luogo del paese quanto mai emblematico, nel parco pubblico del rione Mamma Bella, dove è collocata dal 2003 la “Roccia della Pace”. L’iniziativa, moderata dal vicesindaco Laura Palmariggi, ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, che hanno risposto all’appello di sensibilizzazione e condivisione alla sofferenza della popolazione ucraina. Ad intervenire, il primo cittadino di Campi, Alfredo Fina, i parroci di Santa Maria delle Grazie e San Francesco d’Assisi, don Alessandro D’Elia e padre Michele Cilli, il rettore dell’Istituto Calasanzio, padre Roberto Innamorati ed un rappresentante del gruppo scout di Campi Salentina.
“Questa è una manifestazione che ci unisce nel dolore e nella preoccupazione -ha detto Alfredo Fina- perché ci troviamo dinanzi ad una guerra che è una follia, come ha detto papa Francesco. E’ nostro dovere combattere questo stato di fatto con il dialogo e con la razionalità. Pensiamo al domani con un diverso atteggiamento, ed educhiamo le nuove generazioni all’altruismo, alla condivisione alla solidarietà”.
Parole fatte proprie anche da don Alessandro d’Elia, che ha anche spronato ad operare per il bene.
“Noi dobbiamo essere una goccia nell’oceano degli aiuti -ha sottolineato il parroco di Santa Maria delle Grazie- visto che oggi siamo nella mani di un folle che tiene in scacco il mondo intero. Ricordiamoci delle parole del Vangelo, quando dice che chi farà il bene riceverà il bene, mentre chi praticherà il male riceverà in cambio il male. Dittatori e tiranni saranno condannati dagli uomini e dalla storia”.
“Proviamo ad essere pronti e capire cosa fare e come fare per aiutare il popolo ucraino -ha rimarcato padre Roberto Innamorati- ed ispiriamoci ai religiosi dell’Ordine degli Scolopi, che sono presenti in Ucraina: hanno deciso di rimanere nel Paese per continuare ad assistere la gente martoriata dalla guerra, che ha bisogno di conforto non solo materiale ma anche spirituale”.
Pace è invece l’invocazione del parroco di San Francesco d’Assisi, padre Michele Cilli.
“Partiamo dal nostro cuore ed ascoltiamo noi stessi per costruire un ponte per raggiungere gli altri -ha detto nel suo intervento- senza dimenticare che l’obiettivo rimane quello di perseguire sempre la pace e la concordia”.