Era il 1848, quando la piccola Arnesano visse giorni bui e mortiferi, per un morbo letale che assalì la cittadinanza. La forza di quella malattia mieteva numerose vittime ogni giorno, senza soluzione di continuità. Non riuscirono a bloccare il contagio e le morti né i medici locali né l’intervento di luminari inviati dai paesi limitrofi e nemmeno le preghiere alla protettrice SS. Assunta.

Dopo il solito giro tra i malati ed i contagiati dell’allora parroco Briganti, lo stesso si recò nella chiesa madre. Da giorni, i sacri canti tacevano. Proprio l’udire di quei canti fece accorrere la popolazione nel sacro luogo. Fu allora che il miracolo si presentò! I cittadini guidati dal Briganti si mossero in processione, con sulle spalle la statua del Crocifisso, cantanti e speranzosi in preghiera. Ogni qualvolta la statua si arrestava dinanzi alla casa di un malato, questo tornava alla vita, si levava sano e salvo.

Da 170 anni, ogni anno, nel luglio, Arnesano e gli arnesanesi festeggiano quel miracolo. Nel ricordo di quell’evento, proprio come in quei giorni del maggio 1848, il rito della processione si ripete, forse anche nella speranza che il Crocifisso sani di nuovo i malati e dia vita al paese.

Proprio ieri, 1 luglio 2018, si è tenuta la processione. Come da sempre, i fedeli sono accorsi numerosi per la discesa della croce e la funzione in onore a quel Crocifisso ed al suo miracolo salvifico.

Anche ieri, come da quei giorni dell’epidemia ottocentesca, dalla chiesa madre la processione ha sfilato per le vie del paese, in preghiera, cantante, con sulle spalle la Croce del SS. Crocifisso.

Non sono i documenti dei registri, andati persi un incendio, a dare testimonianza di quanto accade. Sono però la credenza ed il sentimento degli arnesanesi a tenere vivo quel ricordo, tenuto stretto e difeso, nella Festa del paese, quel Salvatore: il SS. Crocifisso.