È finito in carcere, per scontare un residuo di pena di 5 anni e 10 mesi di reclusione, A.P., 40enne di Trepuzzi, che per anni si è finto avvocato, raggirando una compaesana.
La donna, infatti, nel 2007, si era rivolta all'uomo, in realtà mai laureatosi, per ottenere un risarcimento del danno causatole da una trasfusione infetta, risalente a moltissimi anni prima, e per la quale avrebbe contratto una malattia cronaca. Il falso avvocato sarebbe riuscito a mettere in piedi e ad architettare una vera e propria causa, naturalmente fittizia, riuscendo a produrre atti giudiziari falsi, sentenze di condanne, e riuscendo anche a fabbricare otto assegni circolari emessi dalla Banca D'Italia; per tutto questo, avrebbe poi chiesto alla vittima circa 11 mila euro di parcelle. Una volta scoperto dalle forze dell'ordine, l'uomo patteggiò due anni e 6 mesi di reclusione in un'inchiesta del PM Stefania Mininni, finendo poi ai domiciliari, con l'accusa di truffa, falso materiale commesso da privato continuato, esercizio abusivo di professione.
Successivamente, altre truffe realizzate negli ultimi anni, hanno condannato il finto avvocato ad una pena definitiva di circa sei anni da scontare in carcere, dove è stato accompagnato ieri dai Carabinieri della stazione di Trepuzzi.