"Una cannuccia per scrivere": Galilei e Parini nel nuovo libro di Emilio Filieri

a cura della 11 Gennaio 2022

È fresco di stampa il nuovo libro del prof. Emilio Filieri, "Calamo e nuova scienza fra Galileo e Parini", pubblicato da Cesati di Firenze.

Ne parliamo con l’autore, docente di Letteratura italiana presso l’Università di Bari e squinzanese impegnato nella valorizzazione culturale delle realtà salentine.

Càlamo come cannuccia per scrivere: sollecita la curiosità l’abbinamento presente nel titolo fra letteratura e scienza.
"Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione per l’intreccio fra aspetti scientifici e manifestazioni letterarie, dinanzi ai due saperi, l’umanistico e lo scientifico-tecnologico, che l’Ottocento ha posto in contrapposizione e che invece trovano spesso relazioni dense e reciproche in molti autori, fra i quali moderno esponente di spicco è Galileo Galilei, scrittore probabilmente secondo solo a Dante".

Accanto alle curatele e con oltre cento saggi e contributi scientifici, questa è la tua settima monografia, in un costante filo di ricerca…
"È un percorso che mira a saldare le relazioni fra i maggiori della nostra letteratura e gli esponenti operanti in centri minori, come in Terra d’Otranto e nell’ampia realtà pugliese e meridionale. Nella consolidata visione policentrica, va riscritta la storia civile e letteraria della nostra Italia: le scritture narrative e poetiche sono vitali tra Firenze e Milano, ma anche tra Lecce e Venezia, tra Bari, Roma e Torino, fra Napoli e Palermo".

In particolare si segnalano le conquiste scientifiche, con Redi e Parini.
"Con la scelta moderna del volgare a confermare il senso di una rivoluzione anche comunicativa nella scia galileiana, proprio il medico aretino Francesco Redi, accademico della Crusca, attraverso approfonditi studi sperimentali confutò nel 1668 la teoria della generazione spontanea, allora accettata; dimostrò pure che il veleno delle vipere, contrariamente alla comune opinione, è dannoso solo se inoculato e non se ingerito. Al contempo scriveva un’opera poetica, pubblicata nel 1685, che divenne celebre, il Bacco in Toscana; fra l’altro al Redi, archiatra del Granduca Ferdinando II dei Medici, è intestato il Liceo Scientifico di Squinzano".

In Parini invece si coglie il senso di una battaglia contro l’ignoranza…
"Nell’avanzato Settecento si avverte il mutamento di prospettiva sociale, della sensibilità aperta a fenomeni come l’elettricità e il magnetismo. In tale solco fra classici e nuova scienza la modernità di Parini si misura con i problemi legati all’inquinamento e al rispetto dell’ambiente (La salubrità dell’aria), nell’impegno per la difesa della salute e della convivenza civile attraverso i vaccini (L’innesto del vaiuolo). Soni due Odi di sorprendente attualità, con piena apertura nei confronti della scienza: è l’originale fede della poesia ispirata al duplice connubio di natura-ragione e piacere-virtù".

Socio dell’Accademia Pugliese delle Scienze, sei anche nel direttivo di collane editoriali e dei Centri di Studio “S. Castromediano-G. Rizzo” e “Chora-Ma” (‘Paese mio’-Area grika).
"È un riflesso dell’attività professionale, come la partecipazione a convegni e congressi dell’ADI-Associazione degli Italianisti e la collaborazione con la Società di Storia Patria e con la ‘Dante’".

Ti va riconosciuto però il merito di aver curato la pubblicazione sul servo di Dio Mons. Nicola Riezzo.
"Il titolo del libro plurimo è Una vita santa nella quotidianità. Il Servo di Dio Mons. Nicola Riezzo tra fede e carità (VivereIn 2015) e rappresenta una testimonianza che numerosi osservatori hanno considerato molto significativa. È un merito riunire donne e uomini di formazione e fisionomie non sempre convergenti, da Aurora Guerrieri Romano a Silvia Quarta Serafino, da Antonio Carluccio a Beppe Longo, da Angelo Cappello a Giuseppe Riezzo, Nicola Giordano e Gino De Mitri. Con la presenza di S. E. mons. Luigi Pezzuto e con l’avallo dei monss. Luigi Manca e Nicola Macculi è stata veramente una bella impresa".

Per oltre ottanta date ufficiali nell’ambito di Incontri con l’autore o con l’opera, hai presentato anche un libro su Nicola Arigliano e un romanzo di Iva Zanicchi…
"Un libro è come uno scrigno: una volta aperto, il lettore può trovare una o più gemme. Proprio gli amici della ‘Città del Libro’ mi dettero pure l’opportunità di presentare Il silenzio dei vivi di Elisa Springer, superstite di Auschwitz, e di vivere con lei un’intensa giornata fra alcune scuole. Negli anni si sono susseguite penne di scrittura al femminile di particolare interesse, accanto a medici-scrittori, giornalisti, critici e umanisti; in tal senso vale sottolineare la disponibilità nei miei confronti da parte dell’Accademia Quinziana, del CIF (Centro Italiano Femminile), del ‘Sailing Club’ del Gen. Bellini, della Pro Loco, del Circolo Jazz “N. Arigliano”, dell’Associazione SBiC (Squinzano Bene in Comune), che mi hanno spesso invitato in reciproca gratificazione".
Allora, con piena fiducia nella scienza e con l’energia e le suggestioni della poesia, apriamo le pagine del nuovo libro, nella prospettiva di una convivenza più consapevole e civile.

Redazione

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