e lo spirito caritatevole che lo hanno sempre contraddistinto. Tanta la commozione dei fedeli che, durante la sua ultima messa domenicale, hanno salutato lo squinzanese don Giancarlo, al quale subentra un concittadino, don Vincenzo Marinaci, sacerdote dal 9 aprile 1983 ed ex educatore del seminario diocesano. E' stato, inoltre, tra le altre cose, anche vicerettore del Seminario regionale di Molfetta, vicario episcopale per il clero con gli Arcivescovi Ruppi e D'Ambrosio, ha guidato le Parrocchie di San Nicola in Lecce, dei Santi Angeli Custodi a San Pietro Vernotico e della Parrocchia Maria SS. Assunta di Trepuzzi, dove ha prestato servizio fino allo scorso ottobre.
Da oggi, invece, il sacerdote squinzanese è chiamato a guidare la Chiesa di San Matteo a Lecce, splendida costruzione importantissima dal punto di vista artistico, edificata tra il 1667 e il 1700 per conto delle Terziarie Francescane a cui era annesso il loro convento fondato dalla gentildonna leccese Audisia de Pactis, cognata del Barone di Campi, la quale adibì a convento la sua casa unita alla piccola cappella. Nel 1810, poi, la Chiesa di San Matteo, con decreto reale, divenne sede della Parrocchia di S. Maria della Luce. Un incarico nuovo ed importante per un sacerdote che, nella sua vita, si è sempre speso per il bene della comunità operando instancabilmente in nome di Cristo.
“Ringrazio il Signore per avermi affidato questa bella comunità parrocchiale di Santa Maria della Luce in San Matteo. Un dono grande per il mio sacerdozio. Un cammino lungo e meraviglioso nel quale mi avete fatto sperimentare la bellezza dell’amore di Dio e mi avete fatto sentire padre. Se è vero com’è vero che i sacerdoti non possono avere figli naturali posso garantirvi con sincerità che la paternità sperimentata accanto a ciascuno di voi va oltre la natura perché bagnata nell’acqua del fonte battesimale nel quale centinaia e forse migliaia di bambini sono diventati figli di Dio grazie anche alla mia povera mediazione sacramentale” - ha dichiarato don Giancarlo a Portalecce, concludendo così il suo messaggio di accoglienza e benvenuto al nuovo parroco: "Don Vincenzo è un bravissimo sacerdote, squinzanese come me. Non fate l’errore di fare i paragoni ma piuttosto accoglietelo a braccia aperte: è il Signore che lo manda in mezzo a voi. Seguitelo e affiancatelo nelle attività che vi proporrà ma, soprattutto, amatelo come avete amato me”.