“Non come scrittore, né come poeta, né come storico ma solo come un patito del mio Paese, con la semplicità di un iniziato, ho voluto interrogare il suo passato con il candore degli ingenui, cioè dei bimbi, esseri puri e angelici”.
Così si presentava ai suoi lettori Nino Pagano, al secolo Nicola Pagano, nella premessa del suo libro “Squinzano – Schinzanu?” edito da PUBBLIGRAFIC - Trepuzzi - nel 2001.
Ed in quella premessa, fatta in punta di piedi con il suo stile sobrio e sicuro, ed in quel libro, c’è tutto il suo essere. Una persona unica, straordinaria, irripetibile. Un giardino aperto ancora oggi dal quale ognuno può cogliere ciò che desidera. Perché Nino è stato un uomo serio, preparato, disponibile, che con l’umiltà che solo i grandi sanno avere, ha seminato il suo sapere e tutto se stesso.
Immaginiamo che abbia faticato non poco a ritagliarsi un po' di tempo libero dai suoi impegni medici e da quelli familiari per mettere nero su bianco e scrivere il suo libro “privo di pregiudizi” – come lui stesso afferma – mettendo a disposizione degli squinzanesi quadri sinottici, tabelle, paradigmi, cartine topografiche, fotografie, note bibliografiche. Riferimenti utili a chi, da lì in avanti, si è cimentato e a chi lo farà in futuro, nella ricerca di quelle “remote radici”. Nino Pagano con la sua opera non ci ha lasciato soltanto un lavoro di ricerca minuzioso e paziente ma anche una testimonianza di fede e cultura. Perché non è stato solo medico e studioso ma anche un uomo di fede con un grande fervore spirituale, cristologico e mariologico.
Se è vero che ognuno di noi lascia un segno nella vita, il dott. Nicola Pagano ci ha lasciato molto di più. Ha costruito e piantato alberi.
Di tante generazioni di bambini ha seguito, in maniera impeccabile, gli aspetti più importanti della loro vita, non solo quello fisico ma anche quello emotivo, cognitivo, sociale e culturale.
Ha piantato alberi, dicevamo. Giuseppe, Vincenzo e Carmine. Tre figli maschi, tre professionisti seri e capaci. Tre padri che a loro volta hanno messo a disposizione della comunità la loro professione.
Un albero, si dice, si conosce dal frutto mentre un uomo dalle sue opere. La grandezza di Nicola, invece, l’abbiamo conosciuta sia dalle sue opere che dai frutti che ha lasciato.
Per questo Squinzano non lo ha mai dimenticato.
In questi giorni è stato completato il lungo iter per l’intitolazione del piazzale antistante la stazione ferroviaria al dott. Nicola Pagano. Un atto voluto con determinazione dall’Amministrazione Comunale. Un riconoscimento meritato e dovuto. Noi abbiamo atteso il giorno di San Nicola, giorno del suo onomastico, per ricordarlo. Anche perché Nino ha vissuto, da cristiano, nel segno del nostro patrono: generosità, altruismo e dedizione ai più bisognosi sono state, infatti, le sue più grandi virtù. Una vita dedicata agli altri ma soprattutto al rispetto ed alla tutela dei bambini. Dei suoi bambini. Quelli che oggi da adulti lo ringraziano perché curati con le sue mani e toccati con il suo cuore. Un cuore grande che oggi batte ancora più forte nella sua Squinzano. La città che ha tanto amato e che mai lo dimenticherà.