Squinzano, briciole di storia. C’era una volta tra Squinzano e il mare la Specchia Calone

di Roberto Schipa 20 Giugno 2021

Specchia Caulone (Calone) è un monumento megalitico andato completamente distrutto.

Pare che la specchia composta da un numero imponente di pietre monumentali sia stata rasa al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale da un bombardamento alleato. Ne parlano il Galateo in De Situ Iapygiae, Girolamo Morciano in Descrizione Origini e Successi della Terra d'Otranto, Cesare Teofilato in Di Alcuni Megaliti Sallentini, Sigismondo Castromendiano in Sulle Specchie di Terra D'Otranto, L. De Giorgi in La Specchia Calone e Giuseppe Palumbo nel libro Il Salento Megalitico ci regala l'unica immagine disponibile della Specchia Caulone prima della completa demolizione ad opera dell'uomo per utilizzare i massi di pietra in altre costruzioni.

Questo dice Wikipedia del monumento, dalla destinazione assai discussa. Due sono le tesi portate avanti dagli studiosi nel tempo, quella militare e quella funeraria). Il monumento completamente scomparso sotto l’azione congiunta del tempo e soprattutto dell’uomo era situato a meno di un chilometro della costa di Casalabate.

Recentemente la studiosa Sabrina Landriscina Dottore di Ricerca in Topografia Antica ha pubblicato sul Periodico “Il Delfino e la Mezzaluna” della Fondazione Terra d’Otranto un interessante studio: “Le Specchie di Calone e Cerrate : storia e nuove acquisizioni sul contesto topografico” disponibile su internet e che vi invitiamo a leggere.

Vi riportiamo alcuni tratti dello studio della dott.ssa Landriscina rinnovandovi l’invito alla lettura del suo studio.

“Seppur già citate in scritti del XVi secolo e note a storici e cultori di antichità salentine, le specchie di Calone e Cerrate (situate in origine nel settore settentrionale del territorio comunale di Lecce, a poca distanza da Casalabate e dalla costa adriatica) non sono mai state oggetto di uno studio analitico e sistematico nonostante l’importanza storica, l’area in cui ricadono è sempre rimasta, un po’ come l’intero territorio a nord di Lecce, piuttosto ai margini della ricerca archeologica.

La minore attenzione riservata a questa zona è probabilmente da imputare alle difficili condizioni igienico-sanitarie in cui versava l’area a ridosso della fascia costiera, alla carenza di collegamenti tra la costa e i centri dell’interno e, sicuramente, alla vicinanza di importanti centri antichi (quali Lupiae e Rudiae, a sud, e Valesium, a nord-ovest) che hanno sempre polarizzato l’attenzione degli studiosi antichi e moderni. La mancata conoscenza del territorio, la scarsa considerazione degli elementi antichi, cui si associa il moltiplicarsi degli interventi di trasformazione del paesaggio, hanno pertanto comportato la distruzione di molte testimonianze archeologiche presenti e in alcuni casi già note da tempo. nemmeno la monumentale specchia di Calone è stata risparmiata da tale destino, demolita nel 1962 durante i lavori di sistemazione della S.P. 100 Squinzano-Casalabate. …

Il toponimo Specchia Calone è registrato anche nel Foglio n° 81 “Campi salentino” (Parte occidentale) in scala 1:50.000, redatto dall’istituto Topografico Militare nel 1876, e nella cartografia ufficiale dell’istituto Geografico Militare (1948) in scala 1:25.000 nella variante Specchia di Calone entrambe le carte possiedono un grande valore storico-topografico in quanto restituiscono un’immagine molto precisa del territorio, in parte successivamente trasformato. Esse consentono, in particolare, di recuperare alcuni aspetti del paesaggio, come l’estensione delle aree boschive e paludose, la rete stradale, i limiti di proprietà, che a volte documentano e conservano un assetto territoriale risalente a molti secoli prima22. Da segnalare, infine, come importanti dati circa l’esatta ubicazione della specchia Calone si possono trarre dalla planimetria esecutiva, in scala 1:2.000, realizzata su catastale, del “Progetto di sistemazione della strada Squinzano-Masseria Cerrate-Torre Rinalda”, risalente ai primi anni Sessanta del secolo scorso. Nella planimetria sono indicati con precisione la posizione e l’ingombro della specchia,l’esistenza di una strada che aggirava e preservava il tumulo e, in azzurro, il percorso del nuovo asse viario, i cui lavori di costruzione determineranno l’irrimediabile distruzione del monumento antico. il De Giorgi l’aveva descritta con base di forma ellittica, avente un perimetro di 256 m. Sulla sua altezza, invece, le notizie non sono concordi: il De Giorgi afferma che, nella prima metà dell’ottocento, la specchia di Calone raggiungeva i 12 metri di altezza, mentre nel 1886, anno in cui la visitò per l’ultima volta, era già ridotta a soli 5 metri; differente è il parere del Teofilato, secondo cui l’altezza della specchia, costituita interamente da massi informi in carparo di varie dimensioni, si aggirava intorno agli 8-10 m. Il De Simone, al contrario, in una relazione datata al 1874-1875, la ricorda alta tra i 17,20 m e gli 8,20 m. Per ciò che riguarda la sua funzione, il Drago è incerto se considerare Calone una parte del vecchio castellum di cui parlano il Galateo e il Marciano, o se considerarla, piuttosto, una torrevedetta. Al Teofilato sembrò essere, invece, il nucleo di un villaggio preistorico. il De Giorgi, infine, riferì che essa comunicava visualmente con la vicina specchia di Cerrate, rivelandone quindi uno scopo difensivo. Su quest’ultimo monumento purtroppo le notizie bibliografiche sono piuttosto esigue. Definita una delle delle più belle specchie di Terra d’Otranto, era situata nell’entroterra, circa 2,9 km a sud-ovest di specchia Calone, nei pressi di Masseria Cerrate Grande. Il Neglia fa rientrare il monumento nel V gruppo che comprende le specchie ubicabili mediante “la toponomastica delle contrade da cui esse prendono nome”, per le quali però nella cartografia ufficiale non è riportato nessun segnale grafico convenzionale né il toponimo “specchia”28. La Specchia di Cerrate, infatti, non è documentata in nessuna cartografia storica consultata e di essa è pervenuta solo una ripresa fotografica degli inizi del novecento, ora custodita nel Fondo Palumbo presso il museo provinciale di Lecce Sigismondo Castromediano. Il De Giorgi fu l’unico erudito a precisarne la posizione topografica, ubicandola 200 m a nord-ovest dell’abbazia di santa Maria di Cerrate, nel fondo olivato denominato Specchia. Visitata nell’inverno del 1884, la Specchia di Cerrate, quasi completamente demolita negli anni Trenta del novecento, si presentava al medico e scienziato salentino come un cumulo di pietre informi, avente un diametro di 40 m circa e un’altezza compresa tra i 6 e i 10 m. …

 

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