Parla Michele Chierico: lo squinzanese contagiato dal Covid19, ricoverato al Fazzi

Dopo il video del Sindaco Gianni Marra sull'ultimo caso di positività al Coronavirus, abbiamo raggiunto telefonicamente il nostro concittadino Michele Chierico, il quale ci ha rilasciato alcune dichiarazioni.

La sua voce è provata e la registrazione è interrotta ogni tanto dall'utilizzo della macchina che gli somministra l'ossigeno, ma le sue parole ci arrivano forti e chiare, colorate da una sana dose di ironia, nonostante l'inferno nel quale si trova dallo scorso febbraio. “Sono Michele Chierico, un contagiato Covid. Dal primo momento in cui ho avuto le forze per farlo, mi sono dichiarato subito sui social, perché io non mi sono contagiato di Coronavirus, ma mi hanno contagiato, presso il reparto di Pneumologia del 'Vito Fazzi' di Lecce. Quindi non ho niente di cui vergognarmi, e mi sono messo subito in luce. E questo è il messaggio che voglio dare a tutti coloro che come me hanno avuto a che fare con questo maledetto virus, per il quale ho rischiato di morire, per dare consigli dall'interno, per garantire sicurezza ai nostri figli, alle nostre famiglie, perché solo mettendoci in luce possiamo aiutare e dare una mano agli altri, senza alcuna vergogna, perché noi non abbiamo colpe di alcun tipo”- dichiara il nostro concittadino.

Lavoro a Pontedera, comune di Pisa, presso un'azienda che si occupa di arredamenti civili e navali. Un fine settimana di un paio di mesi fa, ho iniziato a non sentirmi molto bene; -continua così il suo racconto lo squinzanese- mi sentivo raffreddato, appesantito, avevo un senso d'affanno che però, inizialmente ho trascurato. Fino a pochissimi giorni dopo, quando ho avuto una gravissima crisi respiratoria. Ho chiamato da solo un'ambulanza, per la prima volta nella mia vita, e sono stato portato in ospedale dove sono rimasto per circa 15 giorni, senza l'assistenza di amici o parenti, e dove sono stato curato per una polmonite. Nel frattempo, si è diffuso il problema del Coronavirus, di cui fino a quel momento si era parlato molto poco almeno in Italia, e sono stato sottoposto ad un primo tampone, risultato negativo. Decido così di tornare a Squinzano, per avere la mia famiglia vicina”.

In seguito all'aggravarsi della sua polmonite, Michele fa due altri tamponi, che danno ancora esito negativo, mentre è ricoverato a Lecce, dapprima nel reparto di Chirurgia plastica per mancanza di posti in altri reparti della struttura sanitaria piena data l'emergenza, e poi nel reparto di Pneumologia, nel frattempo liberatosi. “Ma è proprio una volta arrivato nel reparto di Pneumologia, che la situazione precipita. Proprio poco prima di essere trasferito a Bari per un'operazione al polmone per me vitale, nel reparto iniziano ad ammalarsi di Covid 19, compreso un mio compagno di stanza. In via preventiva, decidono quindi di sottoporci a dei tamponi, a metà aprile, e risulto per la prima volta positivo. Per me è stata una tragedia, è come vivere un film dell'orrore, nonostante io sia stato trattato benissimo da medici, infermieri e personale delle pulizie, persone splendide che mi hanno sostenuto in questo mio calvario”- dice ancora il 48enne.

Voglio comuqnue dare un messaggio di speranza a chi si ammala, a chi è asintomatico ed è in giro, ai parenti di qualche ammalato, insomma a tutti: mettiamoci in luce, usciamo allo scoperto, non vergogniamoci, perché noi contagiati non abbiamo fatto nulla di male: la malattia ha cercato me, non viceversa. Confrontiamoci su come combatterla, diamoci una mano, informiamoci tra di noi, raccontiamoci: solo così potremmo uscirne. Inoltre, vorrei ringraziare mia sorella, la mia famiglia, i miei amici che mi sono stati vicini in questo momento drammatico, e anche le nostre istituzioni locali. La prima cosa che voglio fare una volta che tutto questo sarà finito è andare a vedere il mare nella mia Casalabate!”- conclude.

(Intervista a cura di Roberto Schipa).

Ilaria Bracciale

Redattrice

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(Henri Bergson)

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