Mese di Maggio: quando "ecclesia" vuol dire comunità spontanea

E' una devozione popolare molto antica e sentita dai fedeli quella di dedicare il mese di Maggio alla Madonna, con momenti di preghiera, di condivisione o con la recita del Rosario, proprio come invita a fare Papa Francesco.

Un mese mariano speciale, che trova le sue origini fin nell'antica Grecia, quando proprio a maggio venivano adorate le dee pagane collegate alla fertilità e alla primavera (Artemide e Flora), fino a spingere le culture occidentali a considerare maggio il mese dedicato alla vita e alla maternità. E chi, se non Maria, la Madre di Gesù, la figura più vicina alle persone, la Mediatrice privilegiata, la divina Maternità, può incarnare i valori dell'accoglienza, della spiritualità, della protezione, divenendo figura cardine e principale del mese di maggio. Tante le iniziative e le pratiche devozionali adottate per omaggiare e celebrare al meglio la Vergine: recita del Rosario, fioretti, pellegrinaggi ai Santuari, vietati quest'anno proprio a causa del Coronavirus, che ha modificato stili di vita, abitudini e consuetudini ampiamente consolidate. Ma la pandemia, se da un lato ha causato disordine e confusione nella vita quotidiana di ciascuno di noi, dall'altro non è comunque riuscita a cancellare usanze e tradizioni, spingendo i fedeli a reinventarsi, a riorganizzarsi, a mettere in atto differenti modelli di comportamento, di preghiera, di incontro, perché la fede del cuore va ben oltre le restrizioni e le imposizioni del distanziamento sociale. Soprattutto nei piccoli Comuni, dove a volte i rapporti di vicinato assumono le caratteristiche di piccole famiglie in cui ci si relaziona ogni giorno, ci si aiuta, ci si aggrega, ci si scambia del cibo, i favori, i segreti, a volte persino le chiavi di casa. Un esempio di "feeling" e cooperazione tra vicini, è dato dal vicinato di via Cristoforo Colombo, a  Squinzano, che da sempre ha avuto un rapporto particolare, e che, per questo mese mariano, ha deciso di celebrare degnamente il culto dedicato a Maria, recitando una breve ma intensa preghiera comunitaria, in attesa della riapertura dei luoghi sacri ai fedeli, ogni sera alle 20, insieme ad una decina di famiglie che si radunano per strada condividendo momenti di preghiera, speranza e affidamento alla Vergine, rigorosamente "mascherati" e a debita distanza gli uni dagli altri. A loro si aggiungono, poi, grazie alla tecnologia, alcune residenti in altre vie del paese o concittadine traferitesi in diverse città d'Italia per lavoro, che si aggiungono virtualmente ai fedeli di via Colombo tramite videochiamate su Whatsapp. Fare comunità oggi significa anche questo, andare oltre i limiti fisici per far vincere il cuore e la fede.

Ilaria Bracciale

Redattrice

"La comunicazione avviene quando, oltre al messaggio, passa anche un supplemento d’anima."
(Henri Bergson)

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