Il libro del Dott. Salvatore Sisinni, "Genio e follia", nella recensione di Fernando Mazzeo

a cura della 27 Febbraio 2023

 Di seguito la recensione del libro del medico squinzanese Salvatore Sisinni, "Genio e follia", a cura di Fernando Mazzeo.

La follia è un lampo di luce sul chiaro e sulle ombre che abitano ciascuno di noi e che costringono a rispecchiarci nell’inquietudine delle nostre molteplici frammentazioni e nella fragilità della nostra identità. Nel corso di questo memorabile vagabondaggio è possibile ritrovare, o trovare finalmente, noi stessi. Antonio Dragonetto (psicologo e psicoterapeuta).

"La follia, per molti, è una terribile prova, è una grande sofferenza che nasconde tante insidie e può diventare una prigione per coloro che vi si rinchiudono. Ma per il genio è un salvagente, è un fuoco che può scaldare il cuore o bruciare la casa.
Essere folli, in un modo o in un altro, non è un male, ma una ricchezza, segno e testimonianza di un impeto, che permette di scavare dentro di sé alla ricerca di una risposta profonda alle convulsioni che si agitano nel più oscuro e insondabile magma della psiche umana.
Il Dott. Sisinni nel suo ultimo libro "Genio e follia", analizzando la vita e ripercorrendo il cammino geniale e folle di dieci illustri personaggi del passato (musicisti, pittori, letterati e scienziati), scava mirabilmente nelle nuvole dei nostri buoni sentimenti e nelle effervescenti e misteriose realtà della nostra esistenza.
In molti casi, la follia appare come un delicato senso di appagata inquietudine, una sorta di gratificazione o, come la definiva Orazio nelle Odi, un’Amabilis insania, una soave follia, un’occasione per abbandonare le vane illusioni e non soffocare la propria genialità. Per questo, i geni scelgono la strada meno battuta. E quando tutto sembra svanire e la mente diventa così impenetrabile per lo strazio delle esperienze che feriscono, i silenzi e le urla interiori possono trascinare o verso il precipizio, oppure verso mete innegabilmente grandi.
Tra genio e follia, fa notare Aristotele nella sua opera Problema XXX. Saggezza, Intelletto, Sapienza, c’è sempre stata una relazione che ha sempre affascinato il pensiero occidentale.
La parola del Dott. Sisinni su questo complesso e delicato tema, non poteva rimanere imprigionata. Pertanto, questo modo di vivere in un mondo diverso, a volte sconvolgente e devastante, da quello che esiste per gli altri, non poteva non essere oggetto di analisi da parte di un medico-scrittore che, nella sua lunga esperienza umana e professionale, ha avuto la grande capacità di esplorare e curare il dolore, raccogliendo nei manicomi le voci degli esclusi, di quei pazienti in cui la pazzia o le malattie maniaco-depressive, purtroppo, avevano preso il sopravvento.
Il libro, arricchito dalla dotta Prefazione del prof. Emilio Filieri, dalla stimolante e pungente prosa poetica della Postfazione del prof. Antonio Luigi Carluccio e dal preciso e delicato tratto della pittrice Anna De Donno, ripercorre, rigo dopo rigo, quella linea sottile che esiste tra genio e follia e ci proietta nelle sublimi vette della poesia, della letteratura, della scienza, della musica, dell’arte, dell’ estro creativo di personaggi i quali, seppur tormentati da ossessioni e deliri, non si sono mai piegati alla malattia, al malessere psichico.
L’Autore con la sua accuratezza descrittiva e attraverso la sua testimonianza diretta e autorevole, offre importanti spunti di riflessione sul rapporto tra follia ed estro, tra malattia e talento, tra depressione malinconica e talento creativo.
Come in un’utopia possibile, genio e follia camminano affiancati e si sostengono a vicenda. Si può dire, che gli spiriti superiori non possono non avere un qualche disturbo mentale e, come sottolinea Francesco Petrarca nell’Epistola a Zoito, non esiste alcun ingegno se non mescolato alla follia.
La genialità dei folli spazia nell’infinito, lascia una traccia in questo mondo e vive su un confine sottile, a volte invisibile, dove la pazzia rappresenta la forza.
Il libro del Dott. Sisinni risveglia un grande interesse su questo tema e, analizzandolo attraverso dati scientifici effettivamente riscontrabili e quantificabili, dimostra l’intima relazione tra genialità e follia.
La malattia mentale, dunque, non sempre distrugge la mente. Oltre ai personaggi presi in esame nel libro, sono numerosi gli esempi di grandi artisti che hanno unito in sé elementi di elevata capacità creativa, con aspetti di psicopatologia ben riconoscibili.
Il mondo delle arti figurative, della musica, della poesia e della letteratura è tempestato di Grandi carichi sofferenze, disperazioni, manie e ossessioni,
Come dimenticare, insieme a tanti altri poeti e scrittori, Alda Merini affetta da sindrome bipolare, tormentata da ossessioni e deliri, da esperienze nei manicomi terrificanti e ingiuste che, nell’opera in prosa L’altra verità. Diario di una diversa, racconta con crudo realismo le scabrose e scomode verità della vita nei manicomi.
In una società ormai cambiata e più attenta alla persona, grazie anche alla battaglia condotta dallo psichiatra Franco Basaglia, che ha portato all’abolizione dei manicomi con la Legge 180 del 1978, la voce di Alda Merini viene finalmente ascoltata.
Quella dei geni-folli è una vita caratterizzata da vissuti intensi di passioni, di sentimenti, di tormenti e, soprattutto, da una acuta sensibilità.
La loro anima è un continuo confondersi di luci e ombre, in cui la creatività e la genialità offrono una chiave di lettura che dà ordine e senso al flusso della vita.
Il Dott. Sisinni che ben conosce le terrificanti istantanee del dolore nei manicomi, con grande umanità e rigore scientifico affronta il tema della follia, in cui traspare una forza vitale segno di luce e di speranza nei confronti di un buio irreversibile.
Le parole del libro, insieme ai versi di Alda Merini, possano giungere a noi come una bussola per orientarci tra le sofferenze e le speranze della vita".

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
Alda Merini

Redazione

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