Perdita del rapporto umano. Rallentamenti nella didattica e nell'apprendimento. Rischio di ghettizzazione.
Sono questi i problemi principali riscontrati finora da dirigenti e personale scolastico, oltre che da studenti e genitori, che si approcciano con la teledidattica integrata. Un connubio tra la didattica tradizionale in presenza e le videolezioni che comportano la creazione delle cosiddette 'classi virtuali'. Nuove misure e provvedimenti dettati dalle norme anti Covid, utili a contenere l'emergenza epidemiologica e i contagi da Sars-Cov-2. "Peccato però che in questo modo si trascuri l'aspetto relazionale e affettivo, soprattutto per i bambini nei primi anni di scuola"- è il grido unanime di docenti, dirigenti scolastici e genitori, tutti protagonisti di questa 'rivoluzione scolastica', che impone impegno, aggiornamento e ri-adattamento. Altro problema, per molti principale, la connessione: il più delle volte carente e non idonea a garantire una buona riuscita delle videolezioni. "Serve il potenziamento della connessione, perché i server non sono in grado di reggere tutte le videolezioni dei docenti connessi da scuola con i loro studenti"- commentano i Dirigenti Scolastici salentini, che sottolineano anche la necessità di coinvolgere molti dei loro docenti in corsi di aggiornamento per l'utilizzo delle piattaforme. E poi c'è il rischio lamentato da personale scolastico e genitori: quello di ghettizzare studenti e bambini Bes, ossia con bisogni educativi speciali e difficoltà nell'apprendimento, per i quali invece la didattica in presenza è garantita. Una decisione, questa, che accentuerebbe le differenze e le diversità tra compagni e studenti. Realtà che spingono ogni giorno genitori e docenti a manifestare il proprio disappunto e il malcontento nei confronti di decisioni giudicate troppo drastiche e nette, perché "privano i bambini di un affaccio sul mondo e di quella dimensione relazionale per loro fondamentale". Ed ecco che, in un clima di grande incertezza ed indecisione, arriva il decreto Ristori firmato dalla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che stabilisce di assegnare alle scuole 85 milioni di euro per la didattica digitale integrata, per l'acquisto di dispositivi digitali da fornire a studenti meno abbienti e strumenti per il potenziamento della connessione. Un pacchetto di aiuti economici distribuito tenendo conto del numero di alunni di ciascun istituto, dell'indicatore Ocse Escs che consente di individuare le scuole che si trovano in uno stato di maggiore disagio socio-economico e le aree dove sono meno diffuse le dotazioni digitali. La Puglia riceverà circa 6,7 milioni di euro, e Squinzano nello specifico, 10.910,39 €, a sostegno degli istituti scolastici alle prese con la didattica digitale integrata. "In arrivo 85 milioni di euro per la didattica digitale integrata, stanziati dal ‘Decreto Ristori’ nel Consiglio dei Ministri del 27 ottobre scorso. La Ministra Lucia Azzolina ha firmato il decreto che assegna questi fondi agli Istituti scolastici: serviranno per l’acquisto di dispositivi digitali e strumenti per le connessioni da fornire in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti- ha commentato la deputata del Movimento 5 Stelle Soave Alemanno, che conclude così: "Faremo di tutto per tenere le scuole aperte, fino all’ultimo, finché sarà possibile, perché questo significa aiutare le fasce più deboli della popolazione e contrastare le disuguaglianze. Ma stiamo lavorando anche affinché tutti gli alunni, in caso di didattica a distanza, possano contare su un computer e una connessione. Perché la scuola è di tutti e per tutti, come dice l’art. 34 della nostra Costituzione, ed è compito della politica rendere vero e concreto questo principio".