Importantissima sentenza, a seguito dell’udienza di ieri 1.12.2021, celebratasi, a seguito di richiesta di rito abbreviato da parte dell’imputato, innanzi al Gup presso il Tribunale di Lecce Dott. Rizzo,
inerente al reato di maltrattamenti in famiglia ex art. 572 c.p.
Nel 2018, moglie e figlie di un cittadino del nord Salento avevano sporto querela verso quest’ultimo per denunciare i tantissimi episodi di violenza morale e fisica subiti negli anni.
Tuttavia, essendo presenti in atti unicamente le dichiarazioni rese dalle tre persone offese (costituitesi parti civili nel processo), il PM (oltre, ovviamente, ai difensori dell’imputato) aveva chiesto l’assoluzione perché le succitate dichiarazioni non avevano riscontri estrinsechi e provenienti da parti aventi interesse nel procedimento (in quanto costituite parti civili).
I difensori delle parti civili, invece, hanno sostenuto, in ossequio alla più recente Giurisprudenza della Suprema Corte, che le dichiarazioni delle persone offese, soprattutto per determinati tipi di reati come quello di maltrattamenti in famiglia, sono assolutamente sufficiente a provare la penale responsabilità dell’imputato se intrinsecamente attendibili e, a fortiori se, come nel caso di specie, provenienti da più soggetti e aventi congruenze e riscontri inequivocabili tra loro.
Il GUP ha ritenuto fondate le argomentazioni dei difensori delle persone offese (costituitesi parti civili) e ha condannato l’uomo, concedendo le attenuanti generiche e lo sconto per il rito, ad una pena di mesi 10 e giorni 20 di reclusione e al pagamento delle statuizioni civili oltre alle spese processuali.
Reati come quello di maltrattamenti in famiglia, spesso, hanno bisogno di una lunga presa di coscienza della vittima che, talvolta, deve anche fare i conti con una pressione sociale che sconsiglia di “dare scandalo” gettando un’onta su tutta la famiglia. Se a questo si aggiunge la speranza di redenzione del violento (che rappresenta sempre una figura importante per la vittima), appare chiaro che non sempre si riescono a portare nel procedimento penale dei riscontri esterni oltre ai contributi del nucleo famigliare.
I difensori delle parti civili sono gli Avv.ti squinzanesi Paolo Spalluto, Mario Pede e Salvatore Rollo del Foro di Lecce. I difensori dell’imputato sono gli Avv.ti Marcello Marcuccio e Francesca Giardiniero.