Il professore di alimentazione Michael T. Murray, del John Bastyr College of Seattle (USA) scrive “le ricerche scientifiche più recenti hanno fornito prove inconfutabili sul rapporto tra cibo e salute
(ma lo affermava anche Ippocrate nel III secolo d.c. sostenendo che “siamo quello che mangiamo”). Se alcuni alimenti possono provocare malattia, sono numerosissimi quelli in grado di prevenire, e in molti casi guarire, una grande quantità di disturbi fin dalla più tenera età”.
Recentemente è stata dimostrata l'importanza di assumere regolarmente alcuni cibi utili per evitare molti disturbi e proteggere l'organismo: questa convinzione, ormai diventata un fondamento, fino a qualche anno fa non era ritenuta tale. Infatti, la medicina convenzionale si avvaleva solamente di farmaci di sintesi e spesso si mostrava scettica nei confronti del cibo e delle sue proprietà, vista la mancanza di prove di efficacia su larga scala.
E i medici sono tuttora restii a somministrare consigli di salute, sostituendoli con la somministrazione di farmaci. Ipertensione, diabete di tipo 2, ipercolesterolemia e molti altri ne sono esempio. È bene comunque ricordare che l’alimentazione, pur dimostrandosi sempre un valido aiuto per prevenire disturbi e malattie degenerative, alleviare i sintomi e riportare l’organismo a equilibri di salute, non sempre può sostituirsi alle cure mediche e quindi non dobbiamo demonizzare quello che duemila anni di storia hanno portato a realizzare, il nostro tanto vituperato SSN.
CALORIE VUOTE
Fino a pochi decenni fa, una buona parte delle calorie proveniva da cereali integrali; oggi, con la prevalenza dei prodotti raffinati e degli oli vegetali, zuccheri semplici e grassi rappresentano spesso i nutrienti maggioritari. Una dieta di questo tipo, però, fornisce all'organismo solamente delle “calorie vuote”, chiamate così per far capire la scarsità di micronutrienti (vitamine, sali minerali, polifenoli e altri costituenti del mondo vegetale) presenti in queste fonti alimentari.
In una simile situazione, assumere una consistente quantità di cibo non è sinonimo di qualità dell'alimentazione, perché comunque si corre il rischio di non apportare le sostanze nutritive necessarie al corretto mantenimento dello stato di salute.
Nell'ambito di una dieta corretta, gli alimenti devono essere assunti con la consapevolezza delle loro qualità, allo scopo di sfruttarne le proprietà nutrizionali.
Infatti, il vero male del nostro secolo, iniziato dopo la Seconda Guerra Mondiale con lo straripare dell’industria alimentare, non è dato dall’eccesso di grassi o di proteine, ma da un quantitativo esagerato di alimenti, prevalenza di zuccheri (pane, pasta, pizza, dolci, gelati, bevande zuccherate o alcoliche) con richiesta di insulina eccessiva e insorgere di resistenza all’insulina stessa, netta riduzione di consumo di legumi, frutta e ortaggi in genere, quasi totale assenza di noci o semi, utilizzo esagerato di prodotti conservati, di prodotti da forno industriali con aumento quindi del sale, di sostanze estranee, di antibiotici e pesticidi e anti-fungini, di grassi trans derivanti dalle alte temperature di cottura.
Questo ha determinato un allontanamento dalla nostra alimentazione ancestrale, alla ricerca dei prodotti della terra e non certo di quelli del supermercato, e un’esplosione di malattie come diabete, obesità e cancro che a queste sono correlate.