Ed è proprio quello che ci viene in mente alla notizia della scomparsa del Maestro Vincenzo Bove. Un maestro che non aveva una cattedra ma soltanto uno scalpello ed una passione. Strumenti con i quali ci ha insegnato tanto e che hanno reso la sua vita unica e per certi aspetti irripetibile. Perché nonostante Vincenzo abbia tramandato prima al figlio Fiorenzo e successivamente al nipote Vincenzo Junior, sin dalla loro tenera età, l’arte e l’amore per il suo “mestiere”, l’opera di Vincenzo Bove resterà unica ed indelebile nel suo paese. Anche perché con il passare degli anni tutto si evolve e dallo scalpello e dalle prime macchine rudimentali si è passati ad un lavoro più professionale e industrializzato. Il laboratorio di marmeria di Via Maria Manca era una piccola bottega nel 1963 quando “Mesciu Nzinu” iniziò la sua attività oggi gestita dai suoi eredi certamente con idee più moderne e tecniche più raffinate e con la possibilità di utilizzare materiali provenienti da ogni parte del mondo da tagliare, smussare, modellare, spazzolare e levigare con l’uso di nuovi macchinari. Non me ne vogliano gli eredi. Saranno anche più bravi e più pronti del “vecchio maestro” per le esigenze della clientela di oggi, sempre più moderna ed esigente. Ma i lavori di “Mesciu Nzinu” profumavano e profumeranno per sempre di una freschezza artistica semplice ma carica di umanità e fede. Che seppur realizzate da un artista autodidatta, conserveranno sempre un’anima viva e una purezza inimitabile seppur nella loro semplicità espressiva. Basta entrare nel suo laboratorio ed ammirare il bassorilievo realizzato in pietra leccese per raccontare la vita e le opere di Maria Manca per rendersene conto. Il lavoro di Vincenzo illustra l’opera della pia donna squinzanese che ebbe il dono dell’Apparizione della Madonna nel 1618 ed il merito di costruire il Santuario dell’Annunziata, proprio a due passi dallo storico luogo di lavoro della famiglia Bove. Ma sono tante le opere che andrebbero menzionate e che Vincenzo Bove ci ha lasciato in eredità. Lo Stemma Civico del Comune di Squinzano, quello dei Carabinieri e quello della Guardia di Finanza, senza contare i tanti lavori realizzati per l’Ospedale di Tricase e l’Italia in marmo donata alla sua città e che fa bella mostra sul palazzo Municipale di Via Matteotti per ricordare l’Unità d’Italia. Opere che erano state esposte nelle tante mostre organizzate dall’ASA (Associazione Squinzanese Artigiani) che aveva fondato nel 1964 insieme ad altri colleghi artigiani tra i quali vogliamo ricordare lo storico presidente Antonio Monte. Senza contare i tanti lavori realizzati in ambito edilizio che per oltre un cinquantennio hanno arricchito tante abitazioni della nostra città.

Una città che amava e che non lo dimenticherà di certo. Perché come diceva Vincent Van Gogh (scusate la citazione ma nemmeno il pittore olandese aveva studiato e chi scrive ha una personale adorazione per gli artisti autodidatti) “Non c'è bisogno che un artista sia un prete o un fabbriciere, ma certo egli deve avere un cuore affettuoso per gli altri uomini“. E Vincenzo un cuore grande e sensibile ce l’ha avuto e ogni volta che è stato possibile ce lo ha dimostrato.

Vincenzo Bove aveva 84 anni, lascia l’adorata moglie Tetta ed i figli Fiorenzo, Ginevra e Iolanda oltre ai tanti nipoti e parenti. I funerali avranno luogo domani 1 gennaio 2022 alle ore 10,30 presso la Chiesa di Mater Domini a Squinzano dove la salma giungerà dalla RSA “La Casa dei Saggi” che lo ha ospitato nell’ultimo periodo della sua vita e dove i suoi familiari lo incontravano quotidianamente facendogli sentire l’affetto che meritava.