Per giovedì, 2 giugno 2022, festa nazionale della Repubblica, è stato organizzato a Squinzano un “Open Day” nel Centro Ippico “L’Annunziatella”.
Tanti gli eventi organizzati per far vivere tutta la magia del rapporto con i cavalli, con la natura e con la cultura. Ad organizzare il programma della giornata sono stati Olimpia Conte e Mattia Ruggio, responsabili del Centro Ippico, e la Pro Loco Squinzano, presieduta da Cosimo Pierri.
Dalle 09.30 alle 12.30 si potranno fare giri gratuiti sui cavalli della struttura ippica per grandi e piccini con possibilità di visitare la struttura e conoscerne le attività; alle ore 17.00 sfileranno per le vie del paese due traini condotti dal più giovane e dal più vecchio trainiere presenti nel libro "La Ficapaccia" di Beppe Longo, mentre alle ore 18.00 si terrà lo spettacolo equestre a cura dei maestri Olimpia Conte e Mattia Ruggio con la partecipazione degli allievi della scuola. Evento correlato sarà una mostra sulle attrezzature e sugli utensili dei trainieri e dei cavalli dell'epoca a cura della Pro Loco di Squinzano.
Alle ore 19.00 si terrà poi la presentazione del libro sopra citato “La Ficapaccia – La strada dei trainieri, delle villanzine e dei cavalli” del giornalista squinzanese Beppe Longo, classe 1945, laureato in Lettere all’Università degli studi di Lecce e in pensione dopo essere stato docente di Materie letterarie nelle scuole medie inferiori e docente di Italiano e Storia negli istituti superiori.
Longo, cittadino da sempre attivo socialmente, politicamente e culturalmente, pubblicista iscritto all’Albo dei giornalisti di Puglia dal 1975, ha già dato alle stampe 11 libri: nel 1995 il romanzo “Terra rossa”; nel 2000 “Cronaca di noi”; nel 2002 il romanzo “Fiori rosa”; nel 2005 (insieme con la figlia Mariangela) “Cronaca di noi – 2”; nel 2006 con la Casa Editrice Limina di Arezzo “Il Profeta Pantaleo”, biografia autorizzata di Pantaleo Corvino; nel 2009 “Chiesa di San Leonardo – Una ministoria di paese”; nel 2010 “Mare nostro…Quotidiano”; e nel 2011 “Corri dottore, corri”, biografia autorizzata del medico sportivo Giuseppe Palaia; nel 2014 “Braccialetti nerobianchi – Pagine di Cronaca di Noi e dintorni”; nel 2019 il romanzo d’ambiente “La Contessa del Negroamaro”, che ha avuto una menzione speciale nel “Premio eno-letterario Vermentino 2020” e nel 2020 “Quinzio in Quarantena”. Una carriera eccellente, quella di Beppe, sotto diversi profili, essendo stato anche per oltre trent’anni corrispondente e collaboratore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari; dal 1980 al 1987 collaboratore di redazione da Lecce per “Il Tempo” di Roma; dal 2001 al 2016 corrispondente e collaboratore de “Il nuovo Quotidiano di Puglia”; per 25 anni circa consigliere comunale di Squinzano, ricoprendo per tre volte l’incarico di assessore, e dal novembre 1988 all’ottobre 1990, il ruolo di Sindaco di Squinzano. Il giornalista, che ha collaborato inoltre con diverse testate di giornali e periodici locali, sarà presente all'incontro di giovedì 2 giugno, che sarà coordinato da Cosimo Pierri, alla presenza anche di Maria Chiara Longo, del dott. Leo Sisinni e del dott. Giuseppe Palaia. Durante l’incontro sarà inoltre consegnata una targa di “benemerenza” a Francesco Soda, il massofisioterapista dell’U.S. Lecce, trionfalmente promossa in serie A.
Il libro "La Ficapaccia" intreccia vicende storiche con la vita dei trainieri e trasporta il racconto in un mondo affascinante di forti personalità, che ruotano intorno ad una mitica strada, quella della Ficapaccia, vista un po’ come il “genius loci” non solo del Parco del Negroamaro, ma anche dell’intero Parco delle Serre di Sant’Elia e della Piana delle masserie del Feudo di Cerrate. Si intreccia la storia alla quotidianità, la forza alla fragilità, l’opulenza alla miseria. Nello scorrere delle pagine c’è di tutto e, forse, anche di più. Si parla della fuga di una famiglia dall’Albania (l’eterno problema dei profughi) che s’inserisce nella comunità arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe; della tragedia mondiale della pandemia provocata dalla Spagnola; del vino, della musica e del calcio a Squinzano; dell’irreale polemica tra Vittorio Bodini e Agostino Papa. Ci sono le “villanzine” (donne di soccorso come i “villanzini”, i cavalli di soccorso) protagoniste di un riscatto femminile sullo sfondo di un’epopea contadina, originale e travolgente.
Ci sono immagini e vicende che impongono di essere raccontate e di non riporre mai il computer nel fodero, soprattutto quando c’è l’amore prepotente per la propria terra, che timidamente sfiora il campanilismo. Così è nato questo libro dal titolo, un po’ insolito, “La Ficapaccia – La strada dei trainieri, delle villanzine e dei cavalli”.
Ma soprattutto c’è tutta la magia della saga della categoria dei trainieri (nel testo ne vengono citati una sessantina), ricca di esperienze vissute con una passione commovente ed entusiasmante per i cavalli, esperienze che si sono consumate durante tutto il secolo scorso e con epigoni esaltanti ancora oggi.
Si è scritto guardando i paesaggi della “Piana delle Masserie” e del “Parco del Negroamaro”, il proiettarsi delle figure snelle dei cavalli e l’incedere delle sagome dei protagonisti sui traini; così i trainieri, quasi autentici personaggi biblici, hanno sfrattato lo scrittore dalla loro storia. Il libro, tra romanzo e storia vera, è rimasto sospeso tra la volontà di andare avanti e il desiderio di difendere la propria identità.
E’ continuato, insomma, quel progetto di aggiungere un altro tassello alla storia del Salento e alla cultura contadina, della quale un po’ tutti siamo figli, anche i più borghesi dei cittadini. La molla è scattata per la premurosa passione di un figlio d’arte, che ha vissuto tutte le suggestioni e le emozioni della vita con i cavalli. E’ stato lui a incuriosire l’autore, che ha cercato di far emergere le vicende sommerse della santa alleanza fra uomini e cavalli.
Alla fine lo scopo del libro, che si avvicina a lettori di ogni fascia sociale, è di riuscire ad emozionare e a dare un nuovo orizzonte di valori e di sentimenti.
A tanto serve la lettura di un libro. E poi c'è la copertina con i colori della bandiera di uno stato in guerra. "E’ solo un auspicio: - dice Beppe- che la lettura serva ad armare i cuori contro tutte le guerre e che nessuno corra il rischio di un colpevole silenzio o, peggio, di una complice indifferenza".