Successo mediatico per il sanpietrano Andrea con il suo ultimo romanzo “Un caffè in ghiaccio”

di Thomas Invidia 10 Ottobre 2019

La "scommessa di Pascal", che voleva dimostrare l'esistenza di Dio con lo strumento del gioco d'azzardo, potrebbe farci riflettere.

Certamente non siamo in grado di dire se, lanciando i dadi, Dio esista oppure no, ma c'è qualcuno che ha scommesso nuovamente. Si tratta di Andrea Bracciale. No, anche lui non è in grado di dimostrare l'esistenza di un demiurgo superiore. “Un caffè in ghiaccio”, il nuovo romanzo del giovane scrittore, originario di San Pietro Vernotico, sta riscuotendo clamore mediatico. Se la puntata della scommessa sia giusta o sbagliata, lasciamo ai posteri l'ardua sentenza. L'autore ha oltrepassato il suo Rubicone, con tenacia e dedizione tutto è possibile. Il dado è tratto. Oggi lo intervistiamo e, oltre a conoscere il suo lato creativo, andremo a conoscerne anche la personalità.

Andrea Bracciale è nato nel 1988. Amante della propria terra, il Salento, sin dalle scuole superiori non riesce a nascondere la passione per l’associazionismo e la politica. Lavora nel settore aeronautico, è stato Consigliere Comunale presso il Comune di San Pietro Vernotico. Ama viaggiare con la sua inseparabile agendina, sulla quale appunta emozioni, sensazioni e fantasie. Il suo romanzo nasce dopo aver sperimentato la stesura di racconti adolescenziali.

Come nasce la passione per la scrittura e, come genere, perché proprio il romanzo di formazione?

“Scrivo perché ne avverto l’esigenza, oltre ad essere una passione credo sia una sorta di autoanalisi. Rileggendo ciò che scrivo sento di conoscermi meglio. Questo aspetto l’ho scoperto in seguito, inizialmente appuntavo pensieri su un diario come ogni adolescente, poi col tempo quei pensieri sono diventati una storia e infine un romanzo di formazione”.

Perché "Un caffè in Ghiaccio" e non un altro titolo per il tuo libro? 

“La scelta deriva in primis dall' aver voluto ambientare il romanzo nella mia terra perchè la amo, sono fortemente legato al mio territorio e alla sua gente. Poi la trasformazione fisica del ghiaccio che si scioglie e diventa acqua a contatto col caffè caldo simboleggia un po’ la trasformazione che avviene in ognuno di noi a seguito di esperienze importanti”.

Sei stato impegnato anche in Politica, infatti questo tema è molto sentito nel libro. La Politica, dunque, ha anche una funzione educante?
“La politica è una mia passione, per oltre dieci anni sono stato attivo politicamente. Anni importanti durante i quali ho avuto la fortuna di conoscere molte persone interessanti che mi hanno insegnato tanto tecnicamente e umanamente. Ho vissuto tante esperienze indimenticabili ma anche molte delusioni, i sogni e i buoni propositi si scontrano col muro della realtà. Tutto dipende dal perché ci si voglia approcciare a questo mondo così affascinante, ahimè molti lo fanno esclusivamente per interessi personali, per questo oggi c’è molta sfiducia nelle Istituzioni”.

Esiste una ricetta, un "ingrediente segreto", per un buon libro, oppure deve risultare la conclusione di un processo spontaneo e lontano da condizionamenti?

“Questo te lo saprò dire tra qualche anno, di sicuro il primo capitolo è molto importante”.

Se potessi tornare indietro, senza sapere come sarebbe stato giudicato dalla critica il tuo libro, lo scriveresti?

“Si. Uno dei motivi per il quale ho scritto il mio libro è per lasciare traccia dell’amore straordinario che ho ricevuto dalla mia famiglia e da mio nonno in particolare, motivo per il quale ho deciso di dedicare a lui il mio romanzo”.

A chi si approccia alla scrittura per la prima volta, che cosa consiglieresti?

“Leggere tanto, i pensieri si sviluppano in funzione delle parole che conosciamo. Più parole consociamo più intense e profonde potranno essere le nostre storie, i nostri racconti”.

Il tuo successo ti sta stimolando a creare qualcosa di nuovo?

“Successo mi sembra eccessivo. Riguardo a un possibile nuovo progetto posso dire che sto iniziando a lavorarci, probabilmente sarà rivolto principalmente al pubblico femminile”.

Perché hai prodotto un libro, mi verrebbe da dire "Perché hai prodotto un libro controcorrente", e non il tipico prodotto commerciale? 

“Il mio libro nasce da appunti adolescenziali rivisti, modificati e romanzati. Fino a qualche anno fa non avrei mai immaginato di pubblicarli sotto forma di romanzo”.

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